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Ph Leonardo Morfini
28/05/2025 - Dal 17 maggio al 28 settembre 2025 la Tenuta Dello Scompiglio di Vorno (Capannori, Lucca) ospita la mostra personale di Esther Stocker dal titolo Analisi dell’errore, a cura di Angel Moya Garcia.
Il termine errore richiama il concetto di vagare, di deviare da un percorso, l’allontanamento dai principi logici, dalle cognizioni o dalle regole comunemente accettate, l’abbandono della retta via, la violazione di una norma che provoca una sanzione o il fallimento nel portare a termine un’azione precedentemente pianificata. Sebbene spesso venga considerato uno stigma sociale invalidante, misura della nostra incompetenza e incapacità, dobbiamo accettare l’ineluttabilità e la proficuità dell’errore come fonte di informazione, conoscenza e apprendimento poiché plasma e modifica la struttura dei neuroni creando nuove e inedite connessioni tra l’essere umano e la realtà circostante.
In questo contesto si inserisce la mostra Analisi dell’errore di Esther Stocker in cui l’artista evidenzia ancora una volta la sua attrazione per i paradossi formali e gli spostamenti nell’equilibrio ottico, indagando utopia e fallimento, realtà e percezione, oggettività e soggettività. Nonostante in passato la sua ricerca volesse spesso difendere o sottolineare i concetti di anarchia, irrazionalità o libertà nei sistemi fissi o troppo rigidi, l’attualità l’ha portata a interrogarsi sulla necessità di ritornare a una certa forma di razionalità.
La mostra presentata nella Tenuta Dello Scompiglio si articola attraverso un’installazione ambientale nello spazio principale e una serie di dipinti in quello adiacente.
In quest’ultimo, una successione di elementi di disturbo e interferenze, che sfidano e interrogano i limiti dell’ordine e della regolarità percettiva, introducono l’installazione principale in cui un grande reticolato di nastro adesivo nero su fondo bianco travolge completamente l’ambiente in cui si sviluppa.
Un’infinità di linee ortogonali origina una sequenza di elementi geometrici apparentemente regolari, intercettando lo sguardo dei visitatori e creando un dispositivo di interferenza che sembra subire un processo di progressiva perdita di definizione. Un progetto che si articola come un sistema di aperture, di forme che vogliono affermare una certa cadenza assestata, normalizzata, inattaccabile e oggettiva che viene sovvertita dall’intrusione di distorsioni minime. Un sistema teoricamente perfetto, ma invaso da imperfezioni e di modifiche delle aspettative, in cui la logica, l’intuizione, il rigore e la fantasia, inerenti al metodo matematico, diventano categorie indissolubili.
L’insieme, costituito da moduli eternamente ripetitivi ma irregolari, crea una scansione visiva apparentemente ordinata alla quale l’artista aggiunge anomalie o eccezioni che attirano l’attenzione per generare un ritmo che ci ricorda come la percezione soggettiva di un sistema più ampio possa definirsi, tuttavia, solo attraverso una reciprocità e un consenso condiviso di intenti, visioni e obiettivi. In questo modo, l’astrattismo e la geometria che caratterizzano il lavoro di Esther Stocker vengono proiettati attraverso due binari paralleli che si congiungono.
Nell’installazione, come un dipinto spaziale o come uno spazio pittorico che si dilata, mentre nei dipinti come una sintesi statica che si concentra. Il distaccamento da un ordine, le forme libere intese come desiderio, il ruolo dell’immaginazione, la logica aperta, l’ambiguità e l’incertezza di un sistema, la presunta precisione matematica e la relativa rottura, così come la consapevolezza di voler mettere in discussione gli elementi che conosciamo e che diamo per assodati, conformano un contesto in cui mettere in dubbio i principi seguiti e accettati come dogmi, per ricercare un nuovo paradigma, che possa riordinare la nostra conoscenza della realtà in cui viviamo.
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Ph Leonardo Morfini Ph Leonardo Morfini Ph Leonardo Morfini Ph. Markus Gradwohl
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