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06/11/2013 - Si apre oggi la mostra 'Quale Munari? Ognuno conosce un Munari diverso' nello spazio del negozio De Padova a Milano. Una rassegna inedita perchè dedicata a 77 opere uniche firmate dal maestro Bruno Munari, che appartengono alla collezione privata di Pietro Polato, allievo, progettista ma soprattutto amico del famoso designer.
Si tratta di una collezione rara ed esclusiva non soltanto perchè intitolata all'artista e designer che ha avuto l'abilità di "trasformare l'ironia in un metodo scientifico di lavoro" (Enrico Morteo), ma anche perchè pensata e costruita attorno ad un sodalizio pluridecennale: Munari ha disegnato ogni singolo pezzo con la volontà che tutti gli oggetti fossero custoditi in casa Polato.
Umberto Eco scrive del maestro Munari: " (...)vorrei dire della fulminea brevità di Munari grafico, con cui ho lavorato per anni a impaginare libri alla Bompiani. Qualcuno proponeva uno schema, poniamo, una colonna larga tanto e due immagini a fianco. Non funzionava mai. Era stonato. Munari interveniva in un secondo, riduceva i margini di un millimetro, spostava di un altro millimetro una delle due immagini, ne rifilava di poco la seconda, ed era armonia perfetta, musica. Lavorava sulla pagina come se accordasse un violino. Era tutta questione di variazioni minime, millimicron in millisecondi, mentre muoveva le sue dita sottili. Lo guardavo incantato, e capivo che non avrei imparato mai".
Ancora una volta, ma in forma assolutamente nuova, una mostra rende omaggio 'alla forza di chi sa pensare diverso', per usare le parole di Michele De Lucchi sulla capacità indiscussa di Munari di saper mettere come nessun altro nelle proprie opere le idee, i desideri, le speranze e gli entusiasmi.
Ognuno, dunque, conosce un Munari diverso: nel 1951 Ernesto Nathan Rogers ha definito Munari un verbo all'infinito:
"Noi abbiamo verbi in are; in ere; in ire; non abbiamo verbi in ari.
Munari è un’eccezione ed è un verbo attivo che ha solo l’infinito. Munari significa, per esempio, costruire macchine inutili che, in altri termini, sono oggetti assai più utili (ma soltanto allo spirito). I bambini capiscono cosa voglia dire Munari e perciò Bruno si rivolge sovente a loro. Pertanto, ognuno può restare poeta con l’aiuto di quest’uomo intelligente e buono.
Egli non vi insinua evasioni, ma anzi vi pone di fronte a concrete realtà che, senza la sua cortese insistenza per farvele notare, vi sfuggirebbero".
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