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MOSTRA |
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| Progetto waterpower |
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RAVELLO (SA), dal 27/06/2009 al 29/08/2009
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La prossima edizione del Ravello Festival ospiterà, in anteprima assoluta nella storica Villa Rufolo la mostra-installazione del progetto Waterpower coordinata e realizzata dall’architetto Luigi Centola dello Studio Centola & Associati di Salerno. In anteprima assoluta viene esposto il protocollo Waterpower, cui hanno contribuito oltre 50 studi di architettura ed ingegneria. Il progetto viene presentato nella sua forma più articolata e completa attraverso una mostra-installazione visitabile nella storica villa Rufolo.
Il percorso espositivo si sviluppa per oltre 400 mq e si articola in tre spazi principali - portico, sala buia e chiostro – i tre ambiti svelano il masterplan, i 35 progetti per il recupero dei 50.000 mq delle cartiere nelle 5 valli, le macchine idrauliche per l’accessibilità pedonale ed una strategia di mobilità sostenibile per la Costiera. Waterpower, nelle varie fasi di sviluppo, è stato presentato in molte città di tutto il mondo: Ginevra, Zurigo, Bangkok, Pamplona, Brasilia, Londra, Hanoi, Shanghai, Beirut, Budapest, Sibiu, Belgrado, Bucarest, Zagabria, Orleans, Roma, Milano, Genova, Cagliari, Sassari e Venezia.
Grazie al Festival abbiamo l’occasione di condividere Waterpower, nel nostro territorio, con i cittadini della Costiera amalfitana e i tanti viaggiatori che la amano. Con il supporto di alcune tra le migliori aziende italiane e campane abbiamo cercato di offrire una serie di suggestioni dell’immenso fascino connesso al potere dell’acqua ed al suo uso consapevole.
Lungi dal ricercare velleità artistiche si presenta una mostra di architettura mirata a confermare il messaggio sociale del progetto che intende salvare un patrimonio unico al mondo, nel cuore di un sito Unesco, offrendo allo stesso tempo un contributo per migliorare la vita dei cittadini e una spinta all’economia della Regione Campania, a costo zero per la collettività.
Nel portico sud la metà destra del pavimento sotto le volte a crociera è coperta da un velo d’acqua. Sulle pietre irregolari grigie dei muri spolverate di gesso sono proiettate le immagini storiche delle fasi di lavorazione dei fogli di carta realizzati a mano alternate a scatti dei grandi ruderi immersi nella lussureggiante natura che si sviluppa attorno ai fiumi della costiera.
Sospesa dalla volta a crociera ed alimentata dalla vasca, la scultura d’acqua dell’artista giapponese Susumu Shingu danza con lenti movimenti armonici. Poche gocce sbilanciano i flauti metallici lucenti prima di cadere delicatamente. Si percorre la parte sinistra del portico al di sotto dei fogli di carta sospesi realizzati a mano con le antiche filigrane di Amalfi, memoria degli antichi spanditoi delle cartiere. Alzando le mani si può sfiorare la carta in cotone riciclato per il piacere del tatto.
In Costiera amalfitana cinquanta cartiere e centinaia di uomini hanno lavorato per oltre mille anni con sapienza e sacrificio per produrre questo bene prezioso, un messaggio di cultura nel tempo ancora conosciuto ed apprezzato nel mondo.
Nella sala buia un pavimento cobalto ed una luce blu radente colorano le volte dal basso sfiorando le pietre come in una grotta marina. Uno schermo olografico sospeso visualizza le immagini dei progetti per il recupero delle cartiere e dei sistemi idraulici di memoria antica e tecnologia moderna che rendono accessibili le valli e producono energia pulita.
Ascensori, funicolari, cremagliere e microturbine che impiegano la potenza idraulica reimmettono nel fiume l’acqua presa temporaneamente in prestito, per consentire l’utilizzo ai sistemi che si trovano più a valle. Tre schermi al plasma raccolgono video, trailer e testimonianze tra le quali un documentario Rai a cura dei giornalisti di Repubblica Antonio Cianciullo e Silvana Mazzocchi con interviste ai proprietari degli opifici, maestri cartai, progettisti, cittadini e la voce fuori campo di Pietro Laureano, consulente Unesco tra i maggiori esperti internazionali di sostenibilità.
Su cinque schermi più piccoli scorre il materiale delle diverse valli tra passato presente e futuro. I libri sospesi ed i ritagli di giornale raccontano il percorso e lo sviluppo di Waterpower.
Nel chiostro storico con le decorazioni moresche in pietra scura e le colonnine in marmo chiaro, in alto sei tubicini orizzontali incrociati realizzano un cielo artificiale luminoso. Ogni tubicino orizzontale ne alimenta due verticali, inclinati alti quindici metri, per un totale di dodici, che trasportano luce ed acqua occupando in maniera irregolare e filiforme lo spazio vuoto del chiostro.
La luce azzurrata dei led sfuma dal basso verso l’alto con effetti ed intensità diverse mentre l’acqua scende in linee irregolari di caduta temporizzata. Gli eterei tubicini inclinati di acqua e di luce si contrappongono alla verticalità ed alla regolarità seriale delle colonnine in marmo e dei decori della villa Rufolo. A metà altezza del muro cieco un tubicino orizzontale con piccoli ugelli alimenta una fitta maglia di fili verticali in nylon trasparente sui quali scendono lentamente le gocce: l’astrazione di una cascata realizzata con il minimo consumo possibile di acqua. All’ingresso, stampati su carta di Amalfi, i progetti delle macchine idrauliche contemporanee.
Ai lati del chiostro, illuminate da nuvole di luce sospesa, le tavole del masterplan e dei 35 progetti per il recupero della via della carta nelle 5 valli fluviali della Costiera amalfitana |
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