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'Alchimia. La rivoluzione del design italiano'. La mostra all'ADI Design Museum
Va in scena a Milano la visione eclettica, utopica e provocatoria del collettivo artistico milanese fondato da Alessandro e Adriana Guerriero negli anni '70
Autore: giulia capozza
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Courtesy of ADI Design Museum - Ph. Denise Manzi Courtesy of ADI Design Museum - Ph. Denise Manzi
14/11/2025 - La visione eclettica, utopica e provocatoria di Studio Alchimia va in scena all'ADI Design Museum di Milano che inaugura Alchimia. La rivoluzione del design italiano, la prima retrospettiva completa sul collettivo artistico milanese fondato da Alessandro e Adriana Guerriero nel 1976 e attivo fino agli anni '90.

Dopo la tappa inaugurale al Bröhan-Museum di Berlino (aprile–settembre 2025), curata da François Burkhardt e Tobias Hoffmann, la mostra approda nella città culla del movimento, in una versione ripensata e ampliata, con un inedito allestimento concepito da Alessandro Guerriero stesso. 


Courtesy of ADI Design Museum - Ph. Denise Manzi

Alchimia. La rivoluzione del design italiano riunisce oltre centocinquanta opere tra oggetti, arredi, schizzi, tele, fotografie e video, offrendo una lettura completa della storia del collettivo, documentata anche in un catalogo di 400 pagine in tre lingue, curato da François Burkhardt e Tobias Hoffmann, in coedizione tra Bröhan-Museum e ADI Design Museum.

I visitatori sono invitati a salire su una sorta di "tappetozattera" così chiamato da Guerriero. La struttura simbolica sospende il quotidiano per immergersi nello spirito utopico e sperimentale che ha reso Alchimia un’esperienza irripetibile nel panorama del design italiano.


Courtesy of ADI Design Museum - Ph. Denise Manzi

​​Il progetto espositivo ed editoriale propone una riflessione sul significato attuale del pensiero alchimico: rileggere oggi Alchimia, nel luogo dove tutto ebbe origine, significa tornare a interrogare il design come pratica di libertà, come possibilità di pensiero e come esperienza poetica del quotidiano.
 

Cosa è stato Studio Alchimia

Nato in un momento di forti mutamenti sociali e culturali, il movimento rappresentò un laboratorio interdisciplinare dove design, architettura, arti visive, moda, musica e performance si confrontavano liberamente, restituendo una interpretazione sognante e provocatoria di un possibile design e una possibile cultura del tempo.


Alchimia Atelier, dal basso verso l’alto: Bruno Gregori, Piercarlo Bontempi, Carla Ceccariglia, Alessandro Guerriero, Adriana Guerriero, Arturo Reboldi, Giorgio Gregori, Alessandro Mendini 

Tra le tante persone che hanno contribuito al movimento figurano Alessandro Mendini, Ettore Sottsass, Andrea Branzi, Michele De Lucchi e molti altri, accomunati dall’intento di superare il funzionalismo dominante e di restituire al progetto una dimensione simbolica e comunicativa.

Come afferma François Burkhardt, già direttore del Centre de Création Industrielle del Centre Georges Pompidou di Parigi e della rivista Domus, “Alchimia fu un movimento di contro-design che restituì al progetto la capacità di essere linguaggio, racconto e interpretazione del mondo”.

Se il Bauhaus e il modernismo avevano costruito un’estetica razionale e industriale, Alchimia ne riformulò le premesse proponendo un design che metteva al centro ironia e poetica. Con la teoria del “design banale”, il gruppo rivalutava forme e stili, opponendosi all’omologazione estetica e rivendicando la libertà creativa come forma di critica culturale.


Collezione Soli,1990 - Da sinistra: Giorgio Gregori, Adriana Guerriero, Alessandro Mendini, Alessandro Guerriero

“Il movimento” afferma il presidente ADI Luciano Galimberti: “sosteneva che non ci fosse più nulla da inventare, quanto invece fosse fondamentale riscattare vecchie formule, allontanandosi dal concetto di modulo, serie, standard in senso generale. Si poneva quindi con un atteggiamento anticonvenzionale a tutti i livelli, cercando nella poetica dell’imprevisto, quanto nella decorazione e nell’ornamento, un’ipotesi provocatoria di cosmesi dell’esistente, trasformando gli oggetti della quotidianità in altrettanti oggetti totemici a supporto di una vita cerimoniale e ludica”.

La mostra è realizzata sotto il patronato congiunto del Presidente Federale Tedesco Frank-Walter Steinmeier e del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella e grazie al contributo di Poste Italiane, Istituto per il Credito Sportivo e Culturale e Abet Laminati.

  Scheda evento:
Mostra:
11/11-22/01 ADI DESIGN MUSEUM, PIAZZA COMPASSO D’ORO 1
ALCHIMIA – La rivoluzione del design italiano



Courtesy of ADI Design Museum ph. Denise Manzi


Courtesy of ADI Design Museum ph. Denise Manzi


Courtesy of ADI Design Museum ph. Denise Manzi


Courtesy of ADI Design Museum ph. Denise Manzi


Courtesy of ADI Design Museum ph. Denise Manzi


Courtesy of ADI Design Museum ph. Denise Manzi


Courtesy of ADI Design Museum ph. Denise Manzi


Courtesy of ADI Design Museum ph. Denise Manzi


Courtesy of ADI Design Museum ph. Denise Manzi


Alessandro Mendini, Redesign - Marcel Breuer, Poltrona B3, 1978


P. Bontempi, B. Gregori, G. Gregori, A. Guerriero, A. Mendini - CittĂ  Alchimia, Biennale di Architettura di Venezia 1982 - Archivio Alessandro Mendini

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Courtesy of ADI Design Museum ph. Denise Manzi
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Courtesy of ADI Design Museum ph. Denise Manzi
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Courtesy of ADI Design Museum ph. Denise Manzi
Courtesy of ADI Design Museum ph. Denise Manzi
Courtesy of ADI Design Museum ph. Denise Manzi
Courtesy of ADI Design Museum ph. Denise Manzi
Alessandro Mendini, Redesign - Marcel Breuer, Poltrona B3, 1978
P. Bontempi, B. Gregori, G. Gregori, A. Guerriero, A. Mendini - CittĂ  Alchimia, Biennale di Architettura di Venezia 1982 - Archivio Alessandro Mendini
Alessandro Mendini, Poltrona Proust, Collezione Bauhausm, 1978 - Foto Carlo Lavatori / Archivio Alessandro Mendini
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  Scheda evento:
11/11-22/01 ADI DESIGN MUSEUM, PIAZZA COMPASSO D’ORO 1
ALCHIMIA – La rivoluzione del design italiano

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