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29/09/2025 - A Rho, nell’area ovest di Milano, il nuovo centro sportivo comunale in via Italo Calvino si prepara a diventare un punto di riferimento per lo sport e l’inclusione. Il progetto, vincitore del concorso bandito dal Comune, è firmato da Lombardini22 e si sviluppa in una zona di margine tra manifattura, boschi, patrimonio storico e fiume Olona.
Un'architettura che nasce dai vincoli
«Senza vincoli non so progettare», diceva Franco Albini. Ed è proprio nell’interpretazione dei vincoli che Lombardini22 individua la chiave del progetto: ridotto consumo di suolo ed energia, flessibilità d’uso, connessione urbana e chiara identità formale sono le direttrici che guidano la proposta.
A partire da uno schema funzionale chiuso – un volume centrale per il gioco avvolto da una fascia perimetrale – il progetto compie un gesto di de-costruzione tipologica. La sala principale viene compattata in un volume trasparente e luminoso, coperto da una scenografica struttura in legno lamellare, mentre la fascia perimetrale viene frammentata in blocchi discontinui multilivello, uno dei quali ospita l’hub di inclusione.
La frammentazione volumetrica genera un’alternanza di pieni e vuoti, opacità e trasparenze, favorendo la permeabilità visiva e l’integrazione ambientale. La distribuzione funzionale è chiara: spogliatoi, locali arbitri, centro antidoping omologato CONI e direzione occupano tre lati del campo, con accessi indipendenti.
A sud si colloca la tribuna interna da 600 posti, le cui pareti esterne sono attrezzate come pareti da arrampicata. La copertura della tribuna si trasforma in una contro-tribuna esterna rivolta verso il campo sportivo adiacente, rafforzando l’integrazione con il contesto. Completano il progetto una terrazza al piano terra collegata all’hub e una copertura verde praticabile affacciata sulla passerella dell’Olona.
Sostenibilità attiva e identità urbana
La compattazione del volume principale migliora l’efficienza energetica, mentre la scomposizione dei volumi di servizio riduce l’impronta edilizia e aumenta la superficie filtrante. L’apertura visiva e la ventilazione naturale diventano dispositivi progettuali chiave, in un’architettura che si fa partecipativa, aperta, sportiva.
Il palazzetto di Rho non è solo un impianto: è un luogo di aggregazione sociale, un landmark urbano che unisce funzionalità, identità e inclusività.
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