23/07/2025 - Un viaggio tra materia, luce e simbolo nel cuore del Mediterraneo. La galleria Studio Casoli di Filicudi ospita fino al 26 luglio 2025 una mostra dedicata a Ettore Sottsass, maestro indiscusso del design del Novecento. Architetto, artista e visionario, Sottsass ha ridefinito il concetto stesso di oggetto, trasformandolo in uno strumento di narrazione, capace di evocare senso, memoria e spiritualità.
Filicudi fu per lui un luogo elettivo, scelto negli anni Ottanta insieme alla moglie Barbara Radice come casa e rifugio estivo. Un’isola fatta di pietre vulcaniche e silenzi pieni di luce, dove “trovava una dimensione di ascolto”, immerso in un Sud che amava per la sua umanità antica e l’architettura essenziale.
La mostra propone una selezione di opere realizzate dagli anni Sessanta in avanti, offrendo uno sguardo intimo sulla poetica progettuale di Sottsass.
“In realtà la luce non illumina, la luce racconta. La luce dà significati, la luce disegna metafore, la luce dà forma alla scena per la commedia generale. La luce racconta anche l’architettura”.
Scritta nel 1988 in uno dei suoi taccuini notturni, questa riflessione racchiude la sua idea profonda di progetto: creare oggetti e architetture che non si limitano ad abitare lo spazio, ma lo raccontano.
La mostra include sculture in ceramica, oggetti in vetro e arredi iconici, tra cui: - Torno Subito (Superbox), progettato nel 1966 per Poltronova: una torre domestica rivestita di laminato plastico, simbolo del design radicale italiano. - Tartar, tavolo ideato nel 1985 per Memphis: un incontro audace tra forme geometriche pure e colori intensi.
- Una serie di fotografie che catturano frammenti di luce, architetture minime e pietre millenarie.Sono forme archetipiche, che sembrano provenire da civiltà senza tempo, e che trasformano ogni gesto quotidiano in un rituale.
“Non volevo che questo fosse solo un luogo per fare i compiti e dormire. Immaginavo una biblioteca per bambini del quartiere — un posto divertente, stimolante, pieno di immaginazione”.
La visione di Sottsass si afferma così anche come pensiero pedagogico e civile, capace di restituire agli oggetti il loro valore protettivo, relazionale, poetico.
Sottsass nasce a Innsbruck nel 1917, si laurea in Architettura a Torino e apre il suo studio a Milano nel dopoguerra. Celebre la sua collaborazione con Olivetti, durata oltre trent’anni, da cui nascono progetti come il calcolatore Elea 9003 e la macchina da scrivere Valentine.
Durante i suoi viaggi entra in contatto con mandala, yantra e reperti etnografici, scoprendo simboli e materiali che rispondono a necessità non solo funzionali, ma spirituali e sensoriali.
Nel 1981 fonda il collettivo Memphis, cambiando il linguaggio del design con un’estetica libera, espressiva, rituale.
“Il gesto di accendere una luce o disporre una pietra, una azione che supera l’utile per toccare il simbolico”.
Un principio che si riflette in ogni dettaglio della mostra a Filicudi, dove design, arte e natura si fondono in un’esperienza quasi iniziatica, tra muri bianchi, oggetti totemici e una luce che “racconta”.
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