Lo Studio Casoli presenta una mostra dedicata a Ettore Sottsass, protagonista del design e della cultura visiva del Novecento. Architetto, artista e visionario, ha segnato il suo tempo trasformando gli oggetti d’uso in forme di racconto capaci di evocare senso, memoria e spiritualità.
Filicudi è spazio personale e creativo che Sottsass scelse negli anni Ottanta insieme a sua moglie Barbara Radice, come casa e rifugio estivo. In questa isola di pietre vulcaniche e orizzonti mobili, tra muri candidi e luce che plasma i volumi, Sottsass trovava una dimensione di ascolto. Qui era immerso in un Meridione che amava per la sua umanità antica e la sua architettura essenziale. La mostra riunisce una selezione di opere dagli anni Sessanta in avanti.
“In realtà la luce non illumina, la luce racconta. La luce dà significati, la luce disegna metafore, la luce dà forma alla scena per la commedia generale. La luce racconta anche l’architettura”. Questa riflessione di Sottsass, scritta nel 1988 in uno dei suoi taccuini notturni, restituisce il senso profondo del suo essere: creare oggetti e architetture che non si limitano ad abitare lo spazio, ma lo raccontano, caricandolo di significati e memorie.
In mostra, alcune sculture in ceramica e oggetti in vetro suggeriscono geometrie arcaiche. Torno Subito (Superbox), concepito nel 1966 per Poltronova è un mobile torre, rivestito di laminato plastico; Tartar, tavolo ideato per Memphis nel 1985, combina forme geometriche elementari e superfici dai colori audaci. Questi mobili diventano simbolo del design radicale italiano. Le fotografie catturano frammenti di luce, architetture minime e pietre antiche.
Sottsass ha sempre immaginato il design come atto rituale: il gesto di accendere una luce o disporre una pietra, una azione che supera l’utile per toccare il simbolico. Un percorso per suggestioni, una riflessione sulla capacità degli oggetti di custodire storie, creare relazioni e proteggere, strumenti per abitare poeticamente il tempo.
Ettore Sottsass nasce a Innsbruck nel 1917 e si laurea in architettura a Torino nel 1939. Dopo la guerra apre il proprio studio a Milano, avviando una collaborazione trentennale con Olivetti, per cui firma progetti come il calcolatore Elea 9003 e la celebre macchina da scrivere Valentine. Durante i suoi numerosi viaggi Sottsass entra in contatto con mandala e yantra, strumenti rituali e reperti etnografici. In essi riconosce forme, materiali, colori e motivi simbolici che rispondono a necessità sociali, spirituali e sensoriali. Nel 1981 fonda il collettivo Memphis, rivoluzionando il linguaggio del design internazionale.
Le sue opere fanno oggi parte delle collezioni permanenti dei più importanti musei del mondo, tra cui il Centre Pompidou di Parigi, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Philadelphia Museum of Art, il Los Angeles County Museum of Art, il Museum of Fine Arts di Houston, il M+ Museum di Hong Kong, lo Stedelijk Museum di Amsterdam e il Victoria & Albert Museum di Londra.