29/11/2013 - La comunicazione ufficiale della tanto attesa nomina è giunta ieri: Cino Zucchi sarà il curatore del Padiglione Italia alla prossima Biennale di Architettura, in programma a Venezia dal 7 giugno al 23 novembre 2014.
La redazione di Archiportale gli ha rivolto 'a caldo' qualche domanda.
Da Luca Zevi a Cino Zucchi...cosa ci dobbiamo aspettare da questo passaggio di testimone?
Che siamo arrivati alla fine dell’alfabeto e il prossimo curatore non potrà che essere qualche bisnipote di Alvar Aaalto. Sono molto onorato della scelta del Ministero e spero di realizzare un padiglione all’altezza della qualità che le Biennali di Architettura e Arte hanno dimostrato nelle ultime edizioni.
Per quanto riguarda i principali obiettivi definiti per il 2014 Koolhaas ha già chiarito: “Vogliamo dare uno sguardo nuovo agli elementi fondamentali dell'architettura - utilizzati da qualsiasi architetto, ovunque e in qualsiasi momento - per vedere se siamo in grado di scoprire qualcosa di nuovo sull’architettura”. Come intende contribuire a questa ricerca?
La grande intelligenza di Rem Koolhaas non potrà che dare luogo a una Biennale di estremo interesse. Negli ultimi anni un eccesso di enfasi sul programma e sul processo ha portato all’idea che l’oggetto architettonico non fosse che un esito scontato di un diagramma o di un “concept”. Mi sembra che Koolhaas, pur nella sua grande attenzione alla trasformazione continua della società globale, intenda ricordarci che una lingua è fatta di parole, e che non ci sia bisogno di reinventarle ogni giorno per dire cose nuove. Talvolta si possono creare configurazioni di estrema novità attraverso una disposizione inedita di cose conosciute. Un moderno “delle origini” che aveva bisogno della discontinuità e del grado zero per affermarsi si è evoluto oggi in un moderno più maturo, che comprende al suo interno i concetti di trasformazione, collage, post-produzione.
Rem Koolhaas indagherà l'impatto della modernizzazione in architettura. Siamo certi si sia fatto un’idea del tema che seguirà e della traccia che assegnerà. Ci può dare qualche anticipazione?
Non abbiamo ancora un progetto definito; penso che la “modernità anomala” prodotta dalla cultura italiana dell’ultimo secolo possa oggi risultare di grande interesse per ridefinire i termini del problema. Il tema suggerito da Koolhaas è di estremo interesse, e pensiamo di articolarlo con una particolare sensibilità nei confronti di un territorio stratificato e complesso come quello italiano.
Il suo padiglione sarà un viaggio, un percorso attraverso...?
Concepire e realizzare un padiglione alla Biennale è un viaggio. In esso, osservazione, conoscenza, istinto si incrociano in un percorso che è comprensibile per la sua direzione ma anche per le sue soste, le sue divagazioni, i suoi incontri inaspettati. Spero di coinvolgere il pubblico in questo nostro percorso alla scoperta della meravigliosa varietà e sofisticazione dell’Italia moderna e contemporanea.
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