08/04/2013 – Proseguiamo la nostra rassegna su
iSaloni2013 con le creazioni della archistar nostrana
Massimiliano Fuksas e la moglie
Doriana Fuksas.
L'architetto, che ha recentemente completato i
Nuovi Archivi di Francia a Pierrefitte sur Seine, presenta le collaborazioni con
Fiam,
Zonca e
Baxter.
Gli specchi da pareti "
Rosy" e "
Lucy" per Fiam sono pensati come pezzi unici realizzati interamente in vetro. Uno monobolla, "Rosy", con corpo rotondo e cornice bombata che suggerisce l'immagine di una fase d'eclissi pittosto che di un lago incastonato in un paesaggio lunare. L'altro, "Lucy", è una scultura fatta di nucleo con superficie specchiante dalla forma ellittica e cornice bombata composta come da tre grandi petali irregolari. Entrambe le cornici, in vetro laccato, seguono linee sensuali, femminili. Specchi che fungono da oggetti d'arredo, ognuno un tassello di un puzzle o di una mappa da comporre. Specchi in cui riflettersi, per pura vanità, o per scrutarvi attraverso qualcosa di leggibile solo se riflesso in essi.
La serie di lampade "
Candy Collection" disegnate per Zonca parte da un design geometrico, uno scrigno composto da dodici facce pentagonali che compongono la struttura di ogni lampada. Seguendo un gioco di pieni e di vuoti, si passa da un corpo lampada concepito come un'ossatura, dove la struttura è lasciata a vista, a un rivestimento delle facce con un motivo microforato. Che siano da terra, sospese o utilizzate come oggetti d'arredo, l'idea è quella di giocare con ogni lampada per creare un'ambientazione unica. Si può dare vita a un'installazione, a una scultura, a un percorso luminoso attraverso questa serie di lampade colorate disegnate per essere unite, sovrapposte, incastonate tra loro per dare origine a una lampada sempre originale. Completa la serie una variante per direzionare il fascio di luce, un prisma pentagonale stilizzato che può essere incastonato su ogni lampada.
La coppia di architetti ha curato anche l'installazione "
Asia" per la mostra "
Bathing in Light" presso l'Art Garden del
Superstudio Più, in Via Tortona.
"L'obiettivo è stato quello di mettere in risalto le peculiarità estetiche e funzionali del marmo e al contempo avvicinare il pubblico a un'esperienza diversa nell'utilizzo di questo pregiato materiale." spiega l'architetto
"Nel concept, il segno architettonico muta l'ambiente espositivo in una struttura minerale. Marmo nero per la pavimentazione e le pareti laterali, e marmo bianco, particolarmente luminoso, per il corpo dell'installazione. Una preziosa concatenazione di dodecaedri in marmo bianco si solleva da terra, come a trarne forza. Da un punto di vista prospettico l'installazione si sviluppa in altezza con un irregolare andamento sinusoidale, quasi come arrampicandosi lungo la parete in marmo nero."