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MOSTRA DESIGN

More Than Human
mostra  DESIGN MUSEUM, KENSINGTON HIGH STREET, LONDON, dal 11/07/2025 al 06/10/2025
Il Design Museum ospita una mostra storica sul design che va oltre quello umano. More than Human segna la prima collaborazione curatoriale tra il Design Museum e il suo programma nazionale di ricerca sul design, Future Observatory, in una grande mostra. 

Da un enorme calendario naturalistico a spazi pensati per incontri multispecie, questa mostra si propone di tracciare una nuova direzione per un design basato sulla collaborazione dell'umanità con il mondo vivente.

More than Human si riferisce a un crescente movimento di design che mette in discussione la lente incentrata sull'uomo che ha definito la pratica progettuale occidentale e abbraccia l'idea che la fioritura di tutte le specie sia interconnessa. Una progettazione più che umana richiede un’attenzione mirata alle esigenze degli ambienti e delle specie che ospitano.

Designer, architetti e artisti orientano sempre più il loro lavoro verso le esigenze delle specie non umane. Gli approcci emergenti spaziano dalla condivisione di conoscenze antiche alla progettazione di nuovi habitat e, in ultima analisi, al cambiamento di prospettive.
 
Tra i punti salienti figurano importanti nuove commissioni da parte di quattro designer, supportati da borse di ricerca del Future Observatory. Alexandra Daisy Ginsberg sta realizzando un nuovo, vasto arazzo che esplora le prospettive degli impollinatori, mentre un murale lungo 8 metri realizzato da MOTH (More Than Human Life Project) raffigura il crescente movimento per l'assegnazione di diritti legali ai corsi d'acqua in tutto il mondo.

La mostra ospita più di 50 artisti, architetti e designer, tra cui Ant Farm, Marcus Coates, Dunne & Raby, Forensic Architecture, Formafantasma, Andrés Jaque, Julia Lohmann, Kate Orff/Scape, Solange Pessoa, Reef Design Lab, Diana Scherer e Xu Tiantian, solo per citarne alcuni, molti dei quali presentano nuovi lavori.

Riunendo oltre 140 opere che abbracciano pratiche contemporanee e tradizionali, belle arti, design di prodotti, architettura e installazioni interattive, la mostra esplorerà come gli esseri umani possono reimparare a progettare con e per il mondo naturale di fronte all'emergenza climatica.


Le tre sezioni della mostra 

La mostra è strutturata in tre sezioni. I visitatori incontreranno per prima ‘Being Landscape’, dove le opere d'arte e design trasmettono l'idea che gli esseri umani sono parte integrante del mondo naturale, non separati da esso.

La prima sezione include il murale realizzato da MOTH, una vasta rete di fiumi interconnessi decorati con una miriade di illustrazioni di animali, vita vegetale e testo.  Sono presenti anche tre dipinti dell'artista brasiliana Solange Pessoa, la cui opera dissolve i confini tra umano, animale e vegetale ed evoca le credenze animistiche delle popolazioni indigene. In prestito dalla Pinacoteca do Estado de São Paulo ci sarà un dipinto dell'artista ed ex raccoglitore di gomma Hélio Melo, le cui opere documentano il suo rapporto personale con la foresta e la minaccia di lunga data all'Amazzonia brasiliana da parte dell'agroindustria globale.

Le opere fotografiche di Federico Borella e Michela Balboni documentano il rituale ancestrale nel Sud Italia dei ‘Rumiti’, uomini-albero ricoperti di edera che fungono da simboli viventi di un profondo legame con la natura e la sua conservazione. L'artista britannico Johnathan Baldock presenterà una serie di maschere in bronzo con foglie di mais ispirate ai carrelli pagani in mais. Il calendario naturalistico di Marcus Coates serve a ricordare le vite e le attività parallele delle specie viventi. I visitatori della mostra potranno vedere quali fenomeni naturali si verificano esattamente nel giorno in cui visitano il museo.

La seconda sezione, ‘Making with the world, fornisce soluzioni progettuali sia pratiche che speculative, realizzate a beneficio delle piante, degli animali e dell'ambiente. Sono esposte trappole da pesca storiche provenienti da comunità del Regno Unito, Myanmar, Indonesia, Isole Nicobare e dal popolo Waswahili (swahili), a dimostrazione di come le tecniche tradizionali e localizzate abbiano un impatto molto minore sugli ecosistemi marini rispetto alla pesca moderna.

Le Living Seawalls del Reef Design Lab, un habitat artificiale per la vita marina, saranno esposte insieme alla Modular Artificial Reef Structure II del laboratorio, che viene lasciata cadere sul fondale oceanico per aiutare a rigenerare e ripopolare le strutture naturali della barriera corallina.

Viaggiando dall'oceano alla terraferma, la mostra ricrea una versione del pluripremiato Padiglione Alusta progettato dagli architetti Elina Koivisto e Maiju Suomi, costruito per la prima volta a Helsinki nel 2022. La struttura principale del padiglione è costruita utilizzando mattoni isolanti crudi e prodotti in serie per creare una forma che offra riparo sia agli esseri umani che agli insetti. 

La designer tedesca Johanna Seelemann integra la sua ricerca sulle pratiche di irrigazione storiche in un approccio progettuale contemporaneo con le sue opere intitolate Oase. Saranno esposti diversi vasi in terracotta progettati per migliorare le condizioni degli alberi negli spazi urbani, ispirandosi alle forme dei serbatoi di carburante per auto.

La sezione finale, ‘Shifting perspective’, offre una nuova prosettiva su come le piante e gli animali percepiscono il mondo e identificano il loro posto al suo interno. La sezione comprende nidi di varie specie tra cui vespe, formiche e uccelli, strutture intricate che forniscono uno sguardo ai bisogni e al processo decisionale di queste creature.

Tra le opere sono presentate un'opera seminale di design 'più che umano', realizzata dal collettivo artistico Ant Farm; Dolphin Embassy, del 1974, un ampio progetto di ricerca che mirava a costruire un centro marino per la comunicazione tra esseri umani e delfini; e Sculpture for Octopuses: Exploring for Their Favorite Colors, piccole sfere di vetro dell'artista giapponese Shimabuku affascinato dal comportamento dei polpi. Insieme a queste, l'arazzo Pollinator Pathmaker di Alexandra Daisy Ginsberg

Alexandra Daisy Ginsberg, presenterà una nuova iterazione della sua opera d'arte Pollinator Pathmaker, un vibrante arazzo raffigurante una potenziale opera d'arte vivente. Ricordandoci la necessità di empatia per le altre specie, l'arazzo mostra il giardino non realizzato dal punto di vista di un insetto impollinatore. 

La mostra si conclude con una monumentale installazione di alghe di Julia Lohmann, designer e ricercatrice di origine tedesca che indaga e critica i sistemi di valori etici e materiali alla base del nostro rapporto con la flora e la fauna. Una serie di forme organiche sembrano crescere dal pavimento della galleria, circondando i visitatori degli odori e della materialità delle zone costiere.
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