Ph Alba De Angelis
24/07/2025 - Dal 30 agosto al 14 settembre 2025, l’ex Monastero dei Cappuccini di Salve (LE) ospita Intrecci•Intertwinings, mostra collettiva di arte e design promossa dal Comune di Salve, in collaborazione con gli assessorati alla Cultura e all’Urbanistica. Il progetto si propone come una piattaforma culturale capace di connettere patrimonio, creatività e innovazione sociale, attivando percorsi di valorizzazione del territorio attraverso linguaggi contemporanei.
Con questa iniziativa, l’Amministrazione Comunale rinnova il proprio impegno nella promozione di pratiche culturali ad alto impatto, coerenti con l’identità storica e architettonica del territorio.
L’esposizione riunisce le opere di 6:AM, Andrea Vitti, Andrea Zambelli, Benedetta Mori Ubaldini, Cosma Frascina, Daniele Papuli, Duccio Maria Gambi, Marco Guazzini, Mayice Studio, Milena Paladino, Morghen Studio, Rowan Mersh, Scatter D, Tipstudio e Vezzini & Chen, in un racconto corale in cui arte, design e artigianato dialogano con materiali, storie e simboli del Salento.
Una mostra nel cuore del paesaggio salentino
La mostra si svolge all’interno dell’ex convento seicentesco dei Cappuccini, accanto al cimitero monumentale di Salve. L’edificio, abitato dai frati francescani fino al XIX secolo, conserva intatta la sua autenticità: affreschi originali, stanze raccolte, passaggi silenziosi e atmosfere sospese che fanno da sfondo a un allestimento che intreccia passato e presente, artigianato e ricerca visiva.
Intrecci•Intertwinings è prima di tutto un progetto culturale di rigenerazione, che cerca di restituire vitalità a un territorio ricco di risorse, affrontando le contraddizioni del presente attraverso la forza della creatività e il valore del fare manuale.
La mostra si sviluppa lungo tre nuclei tematici che raccontano il territorio attraverso elementi simbolici:
- Luce e ritualità: ispirata alla civiltà contadina e all’eredità dell’olio lampante, la sezione presenta installazioni luminose che evocano intimità e gesti rituali contemporanei.
- Fili e trame: riprende la tradizione tessile salentina, trasformando l’intreccio in linguaggio visivo capace di raccontare identità, cura e trasformazione.
- Materia e radici: esplora il legame con la terra attraverso materiali iconici come il legno d’ulivo e la pietra leccese, interpretati come portatori di storia e appartenenza.
Tra le opere esposte, molti artisti e designer hanno realizzato progetti site-specific, partendo da materiali e tecniche del luogo:
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La serie 1/1/1 di 6:AM, in polvere di pietra leccese;
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Gli oggetti in legno d’ulivo di Andrea Vitti, prodotti con l’artigiano salentino Rodolfo Rolli da alberi colpiti da Xylella;
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Le composizioni in carta di Daniele Papuli, che trasformano materiali di scarto in sculture tattili;
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L’opera Placuna Valens di Rowan Mersh, realizzata con conchiglie Capiz;
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Il lavoro Vase Composition XII’25 di Milena Paladino, che indaga vuoto e pieno con texture tessili;
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La serie Stuoia di Marco Guazzini, che reinterpreta le reti per la raccolta delle olive.
Alcune opere sono il risultato di residenze artistiche, come quelle di Duccio Maria Gambi presso Bianco Cave, o di collaborazioni locali, come l’arazzo di Tipstudio realizzato con la tessitrice Anna Lucia Rizzello, o lo specchio Loto, prodotto con terra del posto.
Intrecci•Intertwinings è solo il primo passo di un cammino più ampio, che punta ad attivare connessioni tra cultura, impresa e territorio, generando nuovi spazi di dialogo e pensiero critico.
La mostra diventa così un dispositivo attivo di rigenerazione culturale, capace di attrarre artisti, operatori e residenti consapevoli, e di costruire reti virtuose tra pubblico e privato.
“Un progetto che mira a ridare vitalità a un territorio ricco di risorse, con l’obiettivo di affrontare le sfide e superare le contraddizioni del presente.”
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