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'Pompei e l’Europa. 1748 – 1943'
La mostra racconta la suggestione evocata da Pompei sugli artisti europei
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20/10/2015 - Un grande progetto espositivo per raccontare la suggestione evocata dal sito archeologico di Pompei sugli artisti e nell’immaginario europeo, dall’inizio degli scavi nel 1748 al drammatico bombardamento del 24 agosto 1943. È “Pompei e l’Europa. 1748 – 1943”, mostra aperta al pubblico fino al 2 novembre 2015 al Museo Archeologico Nazionale di Napoli e in contemporanea all’Anfiteatro di Pompei, con il patrocinio di Expo Milano 2015.
 
Promossa dalla Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia e dalla Direzione Generale del Grande Progetto Pompei, con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la rassegna - organizzata da Electa e il cui allestimento è affidato a Francesco Venezia - si articola come un vero e proprio viaggio, grandioso e complesso, in cui l’antico dialoga con il moderno, la natura con le arti e l’archeologia.
Il percorso espositivo è suddiviso in quattro sezioni cronologiche in cui si incontrano opere di diverso tip dipinti, disegni, raccolte di stampe, progetti architettonici, fotografie, sculture, oggetti, libri, ecc.

La varietà degli elementi esposti e degli artisti coinvolti, testimoniano come Pompei, con le sue rovine sepolte e la sua classicità, abbia affascinato per quasi duecento anni gli artisti di tutta Europa - da Ingres a Picasso, da Normand a Le Corbusier, da Moreau a de Chirico.
La duplicità delle sedi espositive si concretizza in due concept illuminotecnici differenti ma al tempo stesso complementari fra loro.
Il progetto per la sede di Napoli è costruito sul concetto di “lavorare sulla memoria” per fare apparire attraverso la luce oggetti tematicamente connessi tra loro ma realizzati a secoli di distanza l’uno dall’altro.

Per conferire compattezza ad un’esposizione così eterogenea occorre illuminare in modo simile ma percettibilmente diverso le opere, utilizzando la tecnica della “luce vibrata”. Questa tecnica consiste nell’avvicendare diversi fasci di luce tramite due sorgenti luminose a 3000K con spettro differente, dimmerate singolarmente.
 
Il continuo cambiamento di spettro luminoso nell’ambiente viene percepito dall’occhio umano ma non è visibile sulla superficie della pittura delle opere; ne risulta quindi una apparente vibrazione continua.

La vibrazione risulta apprezzabile se vi sono altre superfici illuminate nell’ambiente, di contro, in modo stabile, che hanno la funzione di elemento comparativo in grado di far risaltare il sistema a luce vibrata

Per realizzare il progetto sono stati scelti i proiettori a LED Yori a binario da 10 Watt dotati di uno speciale tubo frangi luminanza, in tre aperture di fasci 12° 15° 20° gradi.
La grande orientabilità di questi apparecchi ha consentito un posizionamento efficace che limitasse al minimo i rimbalzi di luminanza dovuti ai numerosi elementi in vetro presenti.

L’installazione di Pompei si sviluppa da un concept differente: se nella sede di Napoli il visitatore compie un percorso in cui non coglie la totalità dell’ambiente al primo impatto, a Pompei la luce rimanda l’occhio immediatamente sulla suggestiva architettura dello spazio nella sua totalità.
 
La problematica principale legata alla geometria tonda dell’ambiente riguarda il controllo dell’uscita dei flussi luminosi. Per ovviare sono state realizzate delle staffe particolari che consentono al sistema lineare a LED Linea Luce Slim utilizzato di essere tangente all’arco della cupola.

La coerenza dei due progetti illuminotecnici risulta in ultimo, dal ruolo della luce naturale che si integra in entrambi i casi alle soluzioni scelte in modo da ridurre i consumi energetici.

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