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Premio Architettura Alto Adige 2026: i progetti finalisti
Fa il suo esordio la categoria "maintenance". Proclamazione dei vincitori e premiazione il 6 marzo 2026 durante la Festa dell’Architettura
Autore: cecilia di marzo
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PREMIO ARCHITETTURA ALTO ADIGE 2026: I PROGETTI FINALISTI
07/11/2025 - Il Premio Architettura Alto Adige, assegnato ogni tre o quattro anni, è arrivato alla sua undicesima edizione. Grazie alla dinamica e vivace scena architettonica della regione, il premio, nato come riconoscimento locale, si è trasformato in una manifestazione di grande prestigio, capace di suscitare interesse anche oltre i confini dell’Alto Adige.
Lo scopo del concorso è verificare se la regione mantenga un ruolo di rilievo nel panorama architettonico internazionale.

In questa edizione i finalisti sono stati suddivisi in otto categorie: Residenze, Pubblico, Turismo e lavoro, Riqualificazione dell’esistente, Interni, Spazi aperti e infrastrutture sociali, Architettura giovane e, per la prima volta, la categoria Maintenance, dedicata a interventi di alta qualità nella cura, conservazione e manutenzione di edifici già esistenti.
 
Questi i progetti nominati, suddivisi per categoria.

"Maintenance"

Hotel Drumlerhof di pedevilla architects, Campo Tures BZ



Ristrutturazione Vecchia Casa canonica di Christian Kapeller, Tarces



Risanamento e valorizzazione di una residenza storica di Markus Scherer Architekt, Avelengo



Hof Unternberg di gallmetzer-architecture, Magrè Frazione Favogna di Sotto



Riqualificazione dell’esistente

Zischglhof di Pavol Mikolajcak Architects, Bolzano



La riqualificazione di un maso vincolato di raumdrei architekten, Laion



costruito intorno - casa p di bergmeisterwolf, Rio di Pusteria



nel muro - wiedenhofer di bergmeisterwolf, Millan Bressanone



Interni

Cinema per sette di Lukas Mayr Architekt, Merano



Chiesa Santo Spirito di Delueg Architekten, Vipiteno



Appiuskeller, Cantina San Michele di Walter Angonese mit Flaim Prünster architekten, Appiano     



Sede Beton Eisack HQ di pedevilla archiects, Chiusa



Architettura giovane

Casa 6 di Matthias Delueg, Vipiteno



Cappella funeraria di San Lorenzo di Studio Paradiso, San Lorenzo



BS-Hof di Alpina Architects, Nova Ponente



vecchio fienile - Maso Mairegger di null17 Architektur, arch. Philipp Steger, Valle Aurina



Spazi aperti e infrastrutture sociali

Allargamento strada di accesso Altenburg di Architekturbüro / studio di architettura Elisabeth Schatzer, Appiano sulla Strada del Vino



BASIS Vinschgau Venosta di Thomas Hickmann, Silandro



connessioni - adler historic guesthouse  + contrappunto - badhaus di bergmeisterwolf, Bressanone



BUS STOP! Corporate Design di Plasma Studio, Ulla Hell, Sesto  



Pubblico

Nuova Stazione dei vigili del fuoco a Vezzano di Arbeitsgemeinschaft Arch. Lukas Wielander, Arch. Martin Trebo, Arch. Martin Egger Farb- und Materialkonzept in Zusammenarbeit mit Manfred Alois Mayr, Silandro



Haus der Berge di Delueg Architekten, Sesto



Costruzione di un nuovo edificio per i vigili di fuoco, il soccorso alpino e la banda musicale di Höller & Klotzner Architekten, Termeno



Musitempl Corces di architekturgemeinschaft 15, Silandro



Turismo e lavoro

Rifugio Passo Santner 2.734m di Senoner Tammerle Architekten, Tires



Auramonte di Modunita architects SA, Curon Venosta



Gretl am See, Foresteria per dipendenti di Flaim Prünster architekten, Caldaro



dialogo - cantina colterenzio di bergmeisterwolf, Cornaiano




Residenze

Gartenheim di vuotovolume Architekten GmbH, Laces



Museumstraße 42 di NOA, Planpunkt, Bolzano



Mondwiese di Andreas Gruber Architekten, Wipptal Val di Vizze



Viktoria di Andreas Gruber Architekten, Val Pusteria Rio di Pusteria



 
Considerata l’incessante e sempre più intensa attività edilizia in Alto Adige, il premio si propone di attirare l’attenzione della società e del mondo politico sul tema della cultura architettonica, stimolando un dibattito pubblico che abbia una dimensione sociale ma anche politica. Per questo siamo particolarmente lieti che quest’anno siano stati inclusi tra i finalisti progetti che hanno suscitato un vivace dibattito a livello sociale e politico. Poiché l’architettura può suscitare posizioni contrastanti sia sul piano sociale sia su quello politico, ciò deve trovare riscontro anche nel premio stesso.

Per esempio, già nella sua denominazione, la categoria Turismo e lavoro fa riferimento al ruolo predominante del turismo nella nostra società e nel nostro mondo del lavoro. Tuttavia, nonostante il numero elevato di candidature, nessun albergo di tipo tradizionale è ancora riuscito a vincere il premio in questa categoria, fattore che mette in discussione in particolare la qualità e il valore aggiunto del turismo altoatesino.

Il riconoscimento rispecchia anche un aspetto ormai innegabile: nella nostra regione le abitazioni stanno diventando sempre più costose, passando da diritto fondamentale a bene di lusso. Da anni, infatti, nella categoria Residenze domina il meraviglioso sogno della casa unifamiliare, che però appare sempre più inaccessibile, mentre è raro trovare in questa categoria realtà abitative più comuni come la casa plurifamiliare o modalità alternative dell’abitare. Non sorprende quindi che, quando emergono progetti abitativi di questo tipo, vengano subito premiati. In effetti, due progetti abitativi di origine viennese si sono già aggiudicati il premio in Alto Adige, introducendo un’idea di edilizia residenziale di matrice socialdemocratica in un contesto tradizionalmente legato alle case rurali. Purtroppo, almeno finora, ciò non ha avuto un impatto rilevante.

È anche per questo motivo che quest’anno è stata invitata a far parte della giuria Anna Popelka, architetta viennese particolarmente sensibile ai temi dell’architettura residenziale, per offrire uno sguardo critico sul sogno abitativo altoatesino. Un altro fattore legato all’attualità politica che ha influito sulla composizione della giuria di quest’anno è rappresentato dalle recenti decisioni assunte nella gestione degli spazi pubblici nel capoluogo, come il divieto di sedersi e sdraiarsi o la ricollocazione delle fermate degli autobus. Di conseguenza si è provveduto a invitare Matteo Motti, paesaggista milanese specializzato in spazi pubblici, per approfondire la questione se in Alto Adige esista ancora uno spazio pubblico sociale o se questo sia stato completamente assorbito dalla realizzazione di strade e progetti infrastrutturali. Questo interrogativo si riflette nella ridenominazione della categoria Spazi aperti, paesaggio e infrastrutture, diventata Spazi aperti e infrastrutture sociali.

Non dovrebbe sorprendere che la categoria Recupero dell’esistente sia stata una categoria di punta nelle edizioni precedenti, anche se i progetti presentati identificano i patrimoni architettonici di pregio con masi contadini folcloristici o edifici simili. Abbiamo cercato di indagare le ragioni di questa specificità locale con l’architetta altoatesina Katharina Volgger che, in disaccordo con il concetto italiano di tutela dei beni architettonici, considera patrimonio storico anche edifici più recenti di cinquant’anni, impegnandosi nel loro recupero e nel loro riuso.

Anche la categoria Architettura giovane, indetta per la seconda volta, è espressione di una specificità locale. Evidentemente in Alto Adige esiste un accesso estremamente facilitato agli incarichi progettuali, circostanza che trasforma questa categoria in qualcosa di ben diverso da una sezione di sostegno ai giovani talenti. Benché disponibili a confrontarsi con qualsiasi forma di architettura, architette e architetti altoatesini riescono già ad affermarsi grazie a progetti architettonici di alta qualità, risparmiandosi il passaggio obbligato attraverso interventi a budget ridotto o esplorazioni architettoniche alternative, come invece avviene comunemente in altri contesti. Quest’anno, in questa categoria, si sono distinti soprattutto progetti che hanno colpito proprio per la loro sobrietà, o addirittura per la loro scelta di non intervenire. In tal modo danno prova di un’intrinseca radicalità, affrontando con grande sensibilità la sfida di creare edifici di valore senza alimentare l’attività edilizia spesso ipertrofica dell’Alto Adige.
 
Come si può già intuire osservando le categorie e i rispettivi finalisti, anche quest’anno la giuria e la stessa Fondazione Architettura si confrontano con il paesaggio, la società, la storia, la cultura e le peculiarità del territorio altoatesino.

 
La proclamazione dei vincitori e la cerimonia di premiazione avverranno in occasione della Festa dell’Architettura il 6 marzo 2026.

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