10/11/2025 - È stato inaugurato il nuovo Princeton University Art Museum, un atteso punto di riferimento architettonico firmato da Adjaye Associates con Cooper Robertson, che ridisegna il cuore del campus di Princeton come un “campus nel campus”.
Il progetto raddoppia la superficie del museo precedente e ne reinterpreta la funzione, immaginando un luogo dove arte, conoscenza e comunità si incontrano. L’edificio, composto da nove padiglioni intrecciati, si inserisce nel tessuto storico dell’università tra Elm Drive e Chapel Drive, creando una rete di percorsi pedonali che mantengono il museo vivo anche oltre l’orario di visita.
“Il nuovo Princeton Art Museum è concepito come uno spazio di autentica ricerca,” spiega David Adjaye, “dove pratiche diverse e connessioni interculturali si intrecciano in un’unica esperienza.”
Radicato nell’eredità architettonica di Princeton ma con un linguaggio contemporaneo, il museo rilegge il ritmo gotico collegiale degli edifici circostanti attraverso materiali moderni: pietra grezza e levigata, bronzo e vetro triplo definiscono una facciata porosa e vibrante, che muta con la luce del giorno. All’interno, la monumentalità si traduce in intimità e calore grazie a travi in legno lamellare, pavimenti in terrazzo e finiture lignee.
L’organizzazione su un unico livello di quasi tutte le gallerie favorisce una fruizione fluida, invitando a un dialogo inedito tra opere, epoche e geografie. Oltre alle sale espositive, il museo ospita aule per lo studio degli oggetti, laboratori creativi, sale seminari e spazi per la ricerca, mentre ai piani superiori trovano posto studi di conservazione, uffici e un caffè panoramico affacciato sul campus.
Al centro, la Grand Hall diventa un foro civico per conferenze, performance e incontri pubblici: un’architettura pensata per l’apprendimento e lo scambio, più che per la sola contemplazione.
Con certificazione LEED Gold, il progetto integra strategie di sostenibilità avanzate — dall’involucro ad alte prestazioni ai sistemi di ventilazione zonata — allineandosi con l’obiettivo dell’università di raggiungere emissioni zero entro il 2046.
In questo nuovo scrigno di cemento e luce, il sapere si apre alla città. Un museo vivo, che riflette la tensione tra memoria e innovazione, evocando la purezza strutturale di Louis Kahn alla Exeter Library e il vigore brutalista di Paul Rudolph a Yale.
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