Ph. Michele Boccia
07/10/2025 - Un nuovo ecosistema urbano reinterpreta il tema dell'abitazione popolare e ridefinisce il concetto del vivere insieme. Si chiama CODE-M il progetto dello studio ZEDAPLUS architetti presso Montesilvano Marina, in provincia di Pescara, che mira a costruire spazi di condivisione accessibili all'intera comunità, 'un’architettura delle relazioni' dalla forma ibrida e porosa in grado di mutare al cambiare dei bisogni comunitari.
Di una brillante sfumatura che va dal giallo al rosso, il nuovo volume punta a vivacizzare la vita comunitaria con spazi pubblici polifunzionali e condivisi a servizio sia dei nuovi residenti sia della comunità locale. Una 'piazza sospesa' multifunzionale, a coronamento dell'edificio e le aree attrezzate che lo circondano giocano un ruolo determinante per l’incontro e la nascita di nuove comunità urbane capaci di cura reciproca.
L'edificio è parte di un piccolo quartiere popolare di Montesilvano composto da sei edifici di proprietà dell’ATER Pescara. L’area presenta un’edilizia quasi esclusivamente residenziale intervallata da strutture turistico-ricettive, tipiche delle città di mare, che ha impedito negli anni la realizzazione di spazi pubblici destinati alla collettività di quartiere.
Per sopperire a queste mancanze, il progetto CODE-M ha l’obiettivo di generare nuovi contesti sociali ed urbani, attraverso spazi in grado di accogliere e gestire la presenza di dissonanze culturali, etniche e sociali, facilitando la nascita di nuove comunità più complesse: luoghi apparentemente incompleti e disordinati, ma resi interessanti dall’esperienza umana e sociale.
Un sistema aperto per la comunità
In sostituzione dell’unico edificio del complesso inagibile da anni, CODE-M è pensato come un sistema aperto che ospiterà non solo nuove residenze sociali, ma anche inediti spazi pubblici ad uso collettivo come gli spazi verdi a livello strada la piazza sospesa, punto di incontro per le persone di tutte le età.
La morfologia dell’architettura esplicita l’intenzione di conferire una dimensione urbana e sociale agli spazi dell’abitare: uno spazio di vicinato che si lascia permeare dalle dinamiche di quartiere. Il volume principale si presenta come un corpo dalla struttura compatta, svuotato in copertura per ospitare la piazza sospesa. Uno spazio, urbano e intimo allo stesso tempo, che nasce per accogliere usi spontanei e momenti di convivialità più strutturati.
Dotata di elementi per il gioco e il relax, per la musica e l'intrattenimento, la copertura è pensata come uno spazio ibrido ad uso dei residenti e dell'intero quartiere, pronta ad ospitare qualsiasi iniziativa, da un concerto jazz a una lezione di yoga mattutina. Una nuova centralità dove costruire relazioni, incontri e conversazioni. Il layout è aperto e multifunzionale. Un luogo che cambia ogni giorno a seconda di chi lo vive nella quotidianità sfumando i confini tra la dimensione privata e quella pubblica. È proprio l’uso di questi spazi comuni e le relazioni che si instaureranno tra le persone che andranno a plasmare l’architettura adattandola all’evoluzione della comunità.
Un codice cromatico per una nuova identità
L’intervento si inserisce nel contesto generando un codice cromatico lineare in continuità con gli edifici esistenti. L'uso del colore non solo aggiunge un tocco visivo distintivo, ma crea un gioco di luci e ombre che anima e disegna gli spazi esterni, sia in facciata che in copertura. L’interazione tra i colori e l’architettura è pensata per favorire un ambiente accogliente e stimolante e conferire una nuova identità al quartiere e al paesaggio urbano.
Temi come cura, condivisione, prossimità dimostrano come l’architettura e i suoi spazi comuni creano un linguaggio architettonico dinamico in grado di integrarsi armoniosamente con il tessuto urbano esistente e favorire la creazione di un senso di luogo, un paesaggio che integra la dimensione umana nel contesto abitativo urbano.
Progetti di rigenerazione
CODE-M rientra nei progetti di rigenerazione urbana e sociale che ZEDAPLUS architetti ha sviluppato negli ultimi anni su alcuni quartieri popolari della città di Pescara, nel più ampio progetto di ricerca chiamato CODICI URBANI, per conto ed in collaborazione con l’ATER di Pescara.
Fil rouge è l’idea di 'disordine': i progetti nascono in contrasto all’ordine e controllo sociale imposto ai quartieri popolari, monofunzionali, rigidi e chiusi ad ogni forma di esperienza umana e sociale e mirano a creare dei sistemi aperti e flessibili, porosi e permeabili, dove possono incontrarsi insiemi diversi di persone.
Il tema della casa economica e popolare è stata l’occasione per misurarsi con una responsabilità professionale e, soprattutto, umana e sociale. Sinonimo di concetti come bene comune e comunità, il quartiere popolare doveva caratterizzarsi non solo per offrire alle famiglie abitazioni, ma anche attrezzature e spazi comuni da condividere per renderli interessanti al resto della città che li ospitava. La mancata o tardiva realizzazione di questi elementi indispensabili alla vita di comunità col tempo ha portato questi quartieri al fallimento: gli spazi di relazione e di comunità non sono mai riusciti a diventare luoghi relazionali e di condivisione come immaginato inizialmente.
L'introduzione, tra lo spazio privato della residenza e quello esterno, di spazi pubblici polifunzionali e condivisi contribuisce a promuovere una vivacità socio-comunitaria del quartiere, un punto di aggregazione e socializzazione dinamico e permeabile in grado di attivare relazioni e incontri per la vita urbana di quartiere attraverso un ampio ventaglio di forme spaziali aperte.
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