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La ‘casa stereofonica’ di Daniele Marcotulli a Roma
Il progetto sovverte l’impostazione iniziale degli ambienti per far spazio ad un’abitazione guidata dalla luce e dalle relazioni fluide tra le funzioni
Autore: cecilia di marzo
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LA ‘CASA STEREOFONICA’ DI DANIELE MARCOTULLI A ROMA
12/03/2024 - L’architetto Daniele Marcotulli ha curato la ristrutturazione di un grande appartamento in un edificio storico del quartiere Mazzini a Roma, dove la tradizione borghese è animata da un’intensa vita lavorativa e commerciale. La sfida è stata quella di conciliare il piacere della convivialità e l’attitudine alla rappresentanza con il bisogno di funzionalità, dettato anche dalla presenza di due figli ancora piccoli.
 
Per incontrare i desideri dei proprietari, il progetto sovverte l’impostazione iniziale di ambienti distinti e lunghi corridoi, per fare spazio ad una abitazione guidata dalla luce e dalle relazioni fluide tra le funzioni. La casa è organizzata in due ambienti paralleli: quello di accesso, dedicato alla ampia zona giorno e alla cucina in acciaio sul fondo, e la seconda, più intima, suddivisa in tre camere da letto, due bagni e un ripostiglio.
 
Le due zone entrano in contatto attraverso un muro di spina centrale, la cui presenza è dissimulata da un sistema attrezzato su misura che, alternando parti contenitive in legno e superfici specchiate, crea effetti illusori giocando con la luce, i pieni e i vuoti.
 
Marcotulli ha scelto un’atmosfera neutra, con superfici dai toni omogenei e morbidi alle quali approcciarsi prevalentemente per contrasto, sia nei colori che nella matericità.
 
“La tradizione romana è declinata come una memoria, una eco, approdando ad un immaginario di spazi sofisticati dal sapore non codificato, aperto ad inserti anche eterogenei”.
 
Il pavimento è un cemento resina, grigio chiaro freddo, interrotto da ampi tappeti in terrazzo veneziano; le pareti lavorano per contrasto su una cromia più calda, con sfumature rosate.
Il legno scuro di rovere tinto wengè che avvolge il muro di spina centrale, entra in risonanza con i toni tenui delle pareti e del soffitto, diventando un elemento guida del progetto.
 
“Le ampie superfici a specchio che invadono la fodera in legno del muro, ne dissimulano il limite architettonico, amplificano la luce e creano scorci visivi inattesi”.
 
La cucina in acciaio inox scotch brite è la quinta scenica della zona giorno: la finitura industriale fredda ne esalta le forme sintetiche entrando in dissonanza con le pareti calde e il legno scuro, o in assonanza con il cemento resina a pavimento.
 
“In fase di demolizione sono state rinvenute alcune colonne dell’impianto di riscaldamento al centro del living che abbiamo scelto di nascondere in finte colonne metalliche con carter di acciaio inox, a cui abbiamo affiancato colonne di luce realizzate su misura”.
 
La scelta è infatti stata l’occasione per mettere a sistema l’illuminazione della zona giorno, già immaginata con tubi luminosi sospesi orizzontalmente, ai nuovi corpi illuminanti disposti verticalmente, che in questo diventano parte fondante del progetto.
 
Nei bagni la scelta di mosaici in vetro - i rivestimenti rosso rubino nel servizio con vasca e bianco ghiaccio in quello con doccia - dialogano con i piani in marmo che avvolgono i lavabi, seguendo un approccio di composto eclettismo.
 

  Scheda progetto: Stereophonic House
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