Lo stand Lapitec disegnato da Didonè Comacchio Architects
Il concept reinterpreta il Palazzo della Civiltà Italiana, tra cromie, finiture e diverse applicazioni della pietra sinterizzata. La videointervista di Archiproducts con Devvy Comacchio
14/10/2021 - Lo stand Lapitec disegnato da Didonè Comacchio Architects per Cersaie 2021 nasce come tributo ad uno degli edifici simbolo della nostra cultura: il Palazzo della Civiltà Italiana, monumento razionalista che nell’area dell’EUR, a Roma, si configura a partire da una successione di colonne e archi. Lo spazio è un percorso narrativo delle colorazioni, delle finiture e delle possibili applicazioni del Lapitec®. Dalle tradizionali superfici per indoor e outdoor che comprendono anche facciate ventilate nella nuova finitura Meridio, all’utilizzo nel mondo arredo, bagno e cucina con Lapitec Chef, fino a un’area SPA. L’architetto Devvy Comacchio, fondatore dello studio Didonè Comacchio, racconta in una videointervista per archiproducts il concept dello stand e la collaborazione con il brand veneto.
La purezza delle linee, i pieni e i vuoti, i semicerchi del “Colosseo quadrato” e la sua finitura, ispirano il concept espositivo curato dai due giovani architetti di Vicenza per enfatizzare l’estetica e le proprietà della pietra sinterizzata: le lastre, in grandi dimensioni fino al formato di 3365x1500 mm, le nuance naturali e la trama superficiale - disponibile in otto diverse texture - e la possibilità di lavorare facilmente il materiale con tagli, incisioni e fresature trovano nel progetto la loro migliore espressione.
Nel linguaggio ‘classico’ del padiglione - fatto di rapporti simmetrici, armonia e ordine compositivo -, è contenuta l’identità di Lapitec e la sua capacità di offrirsi quale materiale dal contenuto tecnologico e performante, con un aspetto ‘naturalmente italiano’, richiamato anche dal payoff aziendale. Frutto di una miscela di minerali 100% naturali senza additivi chimici, resine o derivati del petrolio e di un processo industriale coperto da 25 brevetti, la pietra sinterizzata rievoca infatti anche al tatto il materiale lapideo mentre la sua colorazione, nelle scale dei bianchi, beige, marroni, grigi o neri, è una diretta conseguenza della composizione.
Lo stand ripercorre l’idea di un nuovo monumento contemporaneo: sono presentate le tre diverse collezioni - Essenza, Arabescata e Musa, con le sue nuove nuance - che diventano ora pavimentazione, ora pareti, ora infine arredi come banconi, fino a costruire una grande area SPA, che racconta di come la pietra sinterizzata possa entrare a contatto diretto con l’acqua grazie alla sua superficie priva di porosità e alla resistenza a umidità, sbalzi termici e temperature estreme. Al centro dello spazio, il bancone è caratterizzato da una base in pietra sinterizzata lavorata, che mette in luce la sua particolare caratteristica ‘a tutta massa’ e quindi identica in ogni punto, e da un top dove è integrato Lapitec Chef, l’induzione nascosta che l’azienda veneta presenta ora dopo anni di sperimentazione e ricerca, in collaborazione con l’Università di Padova.
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