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Un nuovo segno iconico nel paesaggio bellunese
L'edificio polifunzionale ispirato ai tabià e progettato da Studio Bressan e Studio Botter
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15/10/2019 - Il nuovo edificio polifunzionale di Agordo (BL), progettato dai due giovani studi di architettura veneti Studio Bressan e Studio Botter, si insedia in un’area verde attualmente periferica rispetto al centro cittadino, in un contesto paesaggistico tipico delle vallate dolomitiche. Si tratta di un intervento ai margini dell’insediamento urbano attuale, ma che potrà diventare strategico in quanto inserito in maniera baricentrica rispetto ad un sistema di percorsi che collegano i principali servizi pubblici (scuole, impianti sportivi, centro cittadino, trasporti).

Il progetto è concepito per ospitare una molteplicità di funzioni, in parte legate alle attività aziendali e in parte a servizio della comunità locale e provinciale. La struttura, che per dimensioni costituisce un unicum nel panorama bellunese, potrà diventare un polo di aggregazione per la comunità ospitando attività di intrattenimento collettivo di vario tipo come manifestazioni, concerti, spettacoli teatrali, convegni, conferenze, mostre d'arte, fiere ed esibizioni.

Prendendo spunto da suggestioni legate al contesto urbano e paesaggistico, il progetto ne reinterpreta il linguaggio formale adattandolo alle esigenze tipologiche del nuovo edificio. Il volume costruito si sviluppa sotto un tetto a falde ripetute caratterizzato da una linea spezzata tesa che nasce a sud (nei pressi di un edificio esistente) e si sviluppa verso nord (lato ingresso) creando un segno iconico nel paesaggio.

Il complesso è stato progettato ispirandosi ai canoni formali tipici delle costruzioni rurali delle vallate Agordine (tabià), caratterizzate da strutture a telaio in legno dotate di elementi obliqui di irrigidimento. La struttura portante del nuovo edificio è stata pertanto concepita in legno, sia per ragioni di sostenibilità ambientale sia per coerenza con la tradizione costruttiva alpina da cui trae ispirazione. Lo schema strutturale si presenta, quindi, come una sequenza di elementi verticali alternati a puntoni obliqui che disegnano la facciata e irrigidiscono la struttura.

Cuore e centro di interesse del progetto è la grande sala polivalente, che si estende da nord a sud sotto un sistema di ampie travi reticolari reiterate. Queste travi in legno lamellare garantiscono una luce libera di quasi cinquanta metri e permettono un’estensione del volume interno di più di cento metri nel lato lungo dell’edificio. Spazi di distribuzione, servizi igienici, depositi e locali tecnici si concentrano lungo una fascia localizzata ad est della sala, consentendo, grazie ad uno schema a pettine, una gestione flessibile dello spazio. La grande sala potrà quindi essere suddivisa in sotto-moduli e partizionata liberamente, adattandosi alle necessità future dell’edificio e dei suoi fruitori. L’accesso principale alla sala è collocato a Nord, protetto dal grande sbalzo della copertura, mentre l’ingresso secondario per personale e merci è ubicato a sud, adiacente all’edificio esistente.

Le facciate Nord ed Ovest appaiono come dei grandi schermi vitrei che garantiscono un’ampia visuale sul paesaggio montano circostante. Le facciate Sud ed Est sono invece opache, rivolte rispettivamente verso il pendio erboso retrostante e l’edificio esistente adibito a magazzino. A protezione dei sistemi vetrati, i grandi sbalzi della copertura consentono non solo la giusta protezione dagli agenti atmosferici ma anche il corretto sfruttamento degli apporti solari durante la stagione estiva ed invernale, permettendo la riduzione dei costi di climatizzazione.

Lo schema della struttura portante disegna obiettivamente l’immagine del progetto e definisce il suo spazio interno. Una struttura leggera, ampia, in grado di riconoscersi in un tetto, o meglio, in una linea di copertura, segno vero e proprio in grado di intervenire attivamente nel paesaggio nel quale è insediato.


  Scheda progetto: Palaluxottica
Simone Bossi Photographer
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