28/08/2025 - Nel nuovo film di Luca Guadagnino, Artificial, la parabola di Sam Altman, fondatore di OpenAI, diventa l’occasione per raccontare la tecnologia attraverso lo spazio architettonico. Tra San Francisco e il Piemonte, il regista sceglie location reali — dai parchi urbani ai grattacieli contemporanei, dalle architetture industriali alle colline – trasformando l’architettura in protagonista silenziosa della storia e metafora dei conflitti tra innovazione tecnologica e memoria collettiva.
A San Francisco, Guadagnino mette in scena luoghi simbolo della città, trasformandoli in specchi delle tensioni della Silicon Valley. Dolores Park, con il suo prato inclinato e lo skyline sullo sfondo, diventa un luogo di incontro e confronto, un’arena urbana che riflette il lato pubblico e condiviso del potere tecnologico.
View from the top of Mission Dolores Park, San Francisco, CA, US. The park is empty. The playground is visible in the midground. © Mélanie Lacroix (mlle_farfalle). Source: Wikimedia Commons.
Pochi isolati più in là, Lombard Street, con le sue curve impossibili, traduce in forma urbana l’instabilità e i paradossi di un settore in continua metamorfosi. Gli interni essenziali e poetici dell’ Atelier Crenn raccontano invece esclusività ed estetica, trasformando il ristorante stellato in un’allegoria di un’élite che comunica status e gusto attraverso lo spazio.

Lombard Street in 2020 by Christopher Michel. Source: Wikimedia Commons.
Il contrappunto italiano nasce dal Piemonte, dove l’occhio del regista si posa sulle architetture della memoria industriale e sul paesaggio rurale. A Torino, lo skyline è dominato dal Grattacielo Intesa Sanpaolo, progettato da Renzo Piano, scelto come set perfetto per rappresentare il mondo dell’AI immaginato da Guadagnino.
Intesa San Polo Office Building - Ph. © Enrico Cano
A Ivrea, la mensa Olivetti, progettata da Ignazio Gardella, testimonia invece l’eredità dell’innovazione italiana attraverso un’architettura razionalista e funzionale, simbolo dell’impegno sociale e culturale dell’azienda.
Ivrea, ex Mensa Olivetti progettata da Ignazio Gardella. Autore: Laurom. Source: Wikimedia Commons.
Le Langhe e il Monferrato offrono infine un ritmo diverso: colline disegnate dai filari e borghi stratificati diventano spazi in cui il tempo sembra sedimentarsi, contrapponendo la lentezza della tradizione rurale all’accelerazione della Silicon Valley. Qui il paesaggio si fa personaggio, incarnando un’idea di progresso lenta, radicata e condivisa.
Con Artificial, l’architettura non resta sullo sfondo, ma si fa protagonista silenziosa. Guadagnino costruisce un lessico visivo in cui la città americana e quella europea si rispecchiano e si contraddicono, restituendo le tensioni di un’epoca segnata dal mito della tecnologia e dalla nostalgia di un’utopia possibile.
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