28/10/2013 - L’ospedale pediatrico in Sudan, progettato e realizzato da Tamassociati, è il vincitore della Medaglia d’Oro Giancarlo Ius, uno dei riconoscimenti assegnati nell’ambito del Premio Biennale di Architettura ‘Barbara Cappochin’ e destinato all’architettura più innovativa e sostenibile.
La giuria del Premio, composta da Leopoldo Freyrie, Alberto Cecchetto, Abe Ryo, Francisco Mangado, Nikos Fintikakis, Nicola Leonardi e Victoria Mayers, ha conferito il premio a Tamassociati per la progettazione e la costruzione del Paedriatic Centre di Port Sudan (Sudan), commissionato dalla ong Emergency per l'architettura innovativa e sostenibile sotto il profilo del risparmio energetico e dell’utilizzo delle energie rinnovabili.
Lo studio italiano era da poco più di un mese vincitore del prestigioso premio Aga Khan Award for Architecture 2013 per la realizzazione del centro ospedaliero Salam (pace) a Khartoum (Sudan).
Nella motivazione si legge che l’ospedale “prova a risolvere con ottimi risultati e una buona architettura, i temi principali delle sfide della contemporaneità”, ossia “come realizzare edifici ad alto comfort – tanto più in un ospedale per bambini – con tecnologie semplici e non costose”, in luoghi “dalle condizioni climatiche (e sociali) estreme”, dove “l’energia e l’acqua sono beni preziosi”.
Il Paediatric Centre dimostra una volta di più come qualità, funzionalità, risparmio energetico e bellezza non debbano necessariamente passare attraverso scelte economicamente e tecnologicamente eccessive, ma trovino risposte eccellenti anche attraverso i criteri della semplicità e della eco-semplicità.
L’ideazione e la costruzione di un presidio ospedaliero con queste caratteristiche rappresenta per tutta l’area sub-sahariana una sfida e una innovazione in più direzioni: tecnologie avanzatissime si affiancano al recupero di tecniche costruttive tradizionali, mentre impianti a bassissimo consumo s’intrecciano a sistemi di raffrescamento naturali, creando macchine termiche per ombreggiamento e ventilazione perfette, semplici ed efficaci. Al know-how italiano si sono uniti i materiali locali, mentre la morfologia dell’edificio ha restituito, in grande scala, l’architettura domestica tipica della zona, arricchendola di un grande giardino irrigato dalle acque reflue: in questo deserto fisico e umano, il verde vivo è una visione, ha un valore simbolico grandissimo perché è il preludio alla cura che verrà.
La costruzione di uno dei pochi avamposti sanitari di questa ampia zona, capace di fornire assistenza sanitaria gratuita ai bambini della zona, è un passo verso la pienezza del diritto alla salute, alla bellezza, al rispetto, allo e dell’ambiente.
“La convivenza tra la migliore sanità possibile e il miglior approccio ecologico – concludono i Tamassociati - rappresenta una delle grandi sfide del futuro, e non solo per il continente africano. L’esperienza africana ci insegna a immaginare la semplicità come una sintesi tra tecnologie moderne e tradizionali, capace di privilegiare buon senso, durevolezza e misura, in una strategia generale di riduzione del progetto, senza perdere di vista l’idea di benessere. La semplicità come strategia è stata ed è un modo per affrontare ogni decisione di natura tecnologica e impiantistica, che si riverbera in maniera sensibile sui costi finali dell’intervento e sugli oneri di manutenzione. Comportamenti volti al risparmio, sommati a una buona efficienza dell’edificio e a scelte energetiche appropriate, hanno permesso di raggiungere performance di eccellenza”.
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