Dal 2018, CANTIERE si distingue come un progetto visionario capace di restituire vita e senso a luoghi dimenticati. In questa sua quarta edizione, l’evento si conferma come un crocevia d’idee, un laboratorio a cielo aperto dove l’architet- tura con destinazione d’uso sospesa e in divenire al contempo, incontra l’arte contemporanea in tutte le sue forme. Spazi un tempo abbandonati o in attesa di nuove interpretazioni si trasformano in contenitori poetici, palcoscenici effimeri ma potenti di arte condivisa e dialogo multiestetico.
CANTIERE 2025 si presenta come una riflessione profonda sul concetto stesso di trasformazione. Attraverso un per- corso che spazia dalla fotografia concettuale alla digital art, fino alle installazioni polimateriche, il progetto diventa un’indagine viva sul rapporto tra spazio, memoria e visione.
L’edificio dismesso - segno tangibile del tempo, dell’ab- bandono e della possibilità - si fa materia narrativa e simbolica. In questo contesto evocativo, le opere di Nicola Bertellotti, Marco Salom e Giorgio Tentolini prenderanno forma e respiro. Tre artisti, tre visioni, tre modi di esplorare il contenitore “CANTIERE” come spazio mentale e fisico, come soglia tra decadenza e rinascita. Le loro opere dialogano con le architetture sospese, generando nuovi linguaggi visivi e offrendo interpretazioni inedite del cantiere come luogo di costruzione, decostruzione e ricostruzione. Ogni intervento artistico esplora le stratificazioni del tempo: la memoria degli spazi, la tensione verso il futuro, la ne- cessità di riappropriarsi del passato per poterlo reinventare.
Le installazioni site-specific, pensate per relazionarsi con l’identità del luogo, invitano lo spettatore a un’esperienza immersiva: un viaggio sensoriale, emotivo e intellettuale in cui l’architettura diventa narrazione e l’arte il suo linguaggio. In una sala dedicata, le realizzazioni dello studio Flore&Venezia saranno raccontate attraverso una interpretazione artistica che ne esalta il valore simbolico e trasformativo. Un tributo visivo alla capacità dell’architettura di rigenerare l’abitare, restituendo senso e bellezza a contesti abitativi profondamente legati alla memoria del nostro territorio. A impreziosire l’atmosfera, una raffinata installazione floreale firmata dal designer Vincenzo Dascanio farà da corni- ce scenografica al percorso espositivo. CANTIERE non è solo un’esposizione: è un processo di rivelazione, una lente che permette di rileggere luoghi e significati.
È un invito alla riflessione sulla funzione dell’arte nello spazio abitativo e urbano e sulla sua capacità di ri- generare visioni e comunità. In un tempo in cui la rigenerazione degli spazi è una sfida culturale e sociale, CANTIERE si afferma come un gesto poetico, una fucina dove l’arte diventa motore di innovazione e coscienza collettiva.
ARTISTI
NICOLA BERTELLOTTI
Dopo aver studiato Storia all'Università di Pisa, Nicola Bertellotti comincia a viaggiare per il mondo cercando di riscoprire la gloria passata di luoghi dimenticati. Quel che emerge nella sua estetica è la nostalgia del paradiso perduto, espressa nell’amore per le rovine e la riproposizione in chiave fotografica della poetica decadente. Gli oggetti desueti e le stanze fatiscenti presenti nel suo lavoro rivestono la stessa funzione che ricopre in Proust la madeleine, quella di evocare il ricordo di un’età felice. Autodidatta, scatta le sue immagini alla luce naturale utilizzando una fotocamera digitale di medio formato. Ha esposto in varie gallerie d'arte contemporanea e musei, in Italia e all'estero. Nel 2016, ispirato dal paesaggista francese Gilles Clément, realizza un reportage sugli spazi indecisi che si trovano fuori dalle mappe del nostro paese, che culminerà nella personale "Hic Sunt Dracones" a Castel dell'Ovo di Napoli. Nel 2019 il Pärnu Museum in Estonia gli dedica la mostra "The Great Beauty", l'omaggio del fotografo alla grande bellezza abbandonata italiana. Nel 2021 espone per la prima volta negli Stati Uniti, l'Estella Gallery di New Orleans ospita infatti una selezione di scatti del suo ultimo Gran Tour alla ricerca di rovine moderne : "Paradiso Perduto".
In estate è nel cartellone ufficiale del Brescia Photo Festival con "Sipario", un progetto sull'abbandono dei luoghi di cultura. Nel 2022 vince il Trento Art Prize e il prestigioso Premio Arte organizzato da Cairo Editore. Nel 2023 si aggiudica il primo premio del concorso AIPAI con una serie dedicata all’archeologia industriale ed è ospite al Festival della Comunicazione di Camogli con la conferenza "La polvere del mondo". Nel 2024 torna ad esporre nella sua città, Pietrasanta, con la personale "Ora che capovolta è la clessidra". Nello stesso anno vince il Concorso Internazionale "(Coin)cidenze d’artista" e una sua opera viene installata in maniera permanente in una pensilina degli autobus di Aosta. I suoi lavori sono presenti in collezioni pubbliche e private e sono apparsi su numerose riviste. Ha pubblicato due libri : "Fenomenologia della fine" (Petrartedizioni, 2014) e "In Absentia" (Snap Collective Publishing, 2022).
MARCO SALOM
Alcuni artisti osservano il mondo. Altri lo rappresentano. Marco Salom appartiene a quella rara categoria di autori che lo reinventano, trasformando la realtà in visione, la documentazione in narrazione, la tecnologia in poesia.
La sua estetica nasce da una riflessione profonda sul presente, ma guarda costantemente al futuro: un futuro in cui l’identità si ridefinisce, i confini si dissolvono, e l’immagine diventa spazio di trasformazione. Salom non crea semplicemente immagini suggestive, ma costruisce mondi visivi, territori abitabili dalla mente e dallo sguardo.
Il cuore della sua ricerca risiede in un metodo originale, concepito come Triple Layer Art, un processo in tre fasi dove immagine, algoritmo e materia si fondono in un’opera coerente, profondamente personale. Il primo livello è lo scatto fotografico, che Marco Salom affronta con sensibilità registica, alla ricerca di un’iconicità spontanea ma controllata. Il secondo è l’elaborazione digitale, arricchita da strumenti di intelligenza artificiale, che amplia e trasfigura il dato visivo. Il terzo livello è quello pittorico, in cui l’intervento con oro 24 carati e pigmenti acrilici reintroduce gesto, materia, unicità.
Per CANTIERE 2025, Marco Salom presenta una selezione di opere, diverse derivate da scatti e riprese realizzati nei deserti della California, spazi simbolici evocatori di trasformazione e sogno. Figure ibride si muovono in paesaggi rarefatti: donne bellissime che baciano robot, creature che offrono fiori a orizzonti senza tempo, corpi plasmati dalla luce come reliquie di un’umanità aumentata.
Oltre alle opere fisiche e alle sezioni video-artistiche, l’artista presenta una spettacolare proiezione in video mapping, in cui la protagonista di un’opera viene trasformata in una sequenza immersiva in grande formato.
Completa la mostra “Uno strano film”, realizzato con Carolina Crescentini: un flusso di immagini poetiche, diario visivo di un’estate condivisa, tradotto in memoria cinematografica.
Con oltre trent’anni di esperienza, Marco Salom ha firmato, tra gli altri, progetti per Ligabue, Jovanotti, Giorgia, Elisa, Skin, Negramaro, Cesare Cremonini, Nek, Paolo Conte, Andrea Bocelli.
Ha rappresentato l’Italia a EXPO Dubai con un’installazione visiva permanente sul tema della bellezza, commissionata dal Ministero degli Esteri e le Ferrovie dello Stato, proiettata nel Padiglione Italia, su un monumentale schermo di 27 metri.
Le sue opere, rappresentate a livello internazionale da Art Preview (Matteo Sormani), sono state esposte in sedi di prestigio come il MIA Photo Fair, con una mostra personale per la Fondazione Francesca Rava ed al Museo MARV.
GIORGIO TENTOLINI
L’opera di Giorgio Tentolini si sviluppa attraverso una riflessione profonda sulla percezione, la memoria e l’identità. Utilizzando materiali leggeri come tulle, carta e rete metallica, l’artista costruisce immagini stratificate che emergono e si dissolvono a seconda dello sguardo e della luce. Le sue figure – volti, corpi, presenze – vivono in una soglia mobile tra il visibile e l’invisibile, tra l’icona e l’ombra.
Le serie Lapse, Pagan Poetry, Jeune Fille e Jamais Vu rappresentano i principali nuclei di questa ricerca. In Lapse, l’attimo sospeso viene isolato come frammento di tempo e memoria. Pagan Poetry rilegge la statuaria classica, evocando una bellezza antica ma filtrata dallo sguardo contemporaneo. Jeune Fille esplora i miti visivi della giovinezza e della femminilità, sovrapponendo la delicatezza del volto alla densità del desiderio collettivo. Jamais Vu, infine, mette in scena l’identità svuotata del mondo digitale attraverso manichini e corpi simulati.
Ogni opera nasce da un gesto lento e meditativo: un’incisione nella materia e nel tempo, dove la leggerezza diventa veicolo di profondità. L’immagine non è mai definita una volta per tutte, ma si genera nell’interferenza tra gli strati, nella distanza che invita a guardare.
Giorgio Tentolini nasce a Casalmaggiore (Cremona) nel 1978, dove vive e lavora. Dopo gli studi in grafica e comunicazione visiva, sviluppa una ricerca visiva che unisce scultura, fotografia e installazione. Ha esposto in numerose sedi pubbliche e private in Italia e all’estero, tra cui Palazzo Reale di Milano, Teatro Regio di Parma, MAR di Ravenna, Museo Etrusco di Roma, Istituto Italiano di Cultura di Atene, oltre che a Parigi, Berlino, Londra, Amsterdam, Ginevra, Stati Uniti e Taiwan.
Nel 2024 è tra i protagonisti della 60ª Biennale di Venezia, ospite del Padiglione Camerun presso Palazzo Donà Dalle Rose, con un progetto dedicato alle radici dell’identità umana.
VINCENZO DASCANIO
Vincenzo Dascanio è un event designer e imprenditore italiano che ha fondato e guida l'omonima azienda con sede a Milano, attiva nel settore della creatività e della progettazione.
La filosofia imprenditoriale di Dascanio si basa sulla creazione di esperienze memorabili, traducendo la visione del suo personale lifestyle in una realtà tangibile. Al centro c’è il design del ricordo che non è statico, nè cristallizzato, ma viene celebrato in un’emozione continuativa e senza tempo. Con il suo lavoro, Dascanio vuole far ricordare: ogni progetto deve avere un’anima che possa evocare il ricordo più bello, fatto di emozione ed empatia.
Così, dall'organizzazione di eventi meticolosamente curati alla progettazione di ambienti raffinati, emerge la dedizione dell’imprenditore verso la ricerca della bellezza e dell'eccellenza. La sua innata capacità di comprendere e interpretare i desideri dei clienti, unita al coraggio imprenditoriale e alla costante ricerca dell'innovazione, ha infatti permesso a Dascanio di esportare la tradizione e lo stile italiano nel mondo, consolidando la sua reputazione di figura influente nel panorama del design e del lifestyle contemporaneo.
Vincenzo Dascanio ha saputo far evolvere la sua azienda fino a proporre un ecosistema omnicomprensivo, in cui l’energia, la creatività e l’attenzione maniacale al dettaglio pervadono ogni proposta che si trasforma in esperienza di memorabile bellezza.
La bellezza di eventi unici, curati con meticolosa attenzione per sorprendere e affascinare, in cui ogni elemento concorre a generare un'atmosfera di armonia e benessere.
La bellezza di un’ospitalità d’eccellenza, in cui ogni dettaglio, dalla selezione degli arredi alla scelta dei servizi, è finalizzato a offrire un'esperienza di acquisto e di soggiorno indimenticabile e unica.
La bellezza di oggetti ricercati, capaci di impreziosire gli ambienti, frutto di una costante ricerca di materiali di pregio, maestria e cura artigianale.
La bellezza di ambienti raffinati, in cui design e attenzione al dettaglio si fondono con armonia per immergersi in esperienze di gusto cucite su misura.
Tutto ciò contribuisce al lifestyle Vincenzo Dascanio, una storia di momenti di meraviglia, nei quali ciascun dettaglio rappresenta un atto d’amore.