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09/03/2012 - Corsa a cinque per la Stazione dell'alta velocità di Susa. Nonostante le polemiche, il concorso va avanti e approda alla seconda fase, che restringe a 5 il numero degli studi che entro l'estate dovranno presentare la proposta per il giudizio finale.
I cinque progetti, selezionati fra i 170 studi che hanno preso parte alla prima fase del concorso, vantano la firma di altrettante famose archistar: Norman Foster, Benedetta Tagliabue, Dietmar Feichtinger, Kengo Kuma e gli architetti genovesi Alfonso Femia e Gianluca Peluffo dello studio 5+1AA.
Norman Foster, fresco vincitore del concorso per il Masterplan del porto vecchio di Marsiglia, e già autore di una stazione per l'alta velocità nel nostro paese, la Stazione di Firenze, che sta lentamente procedendo tra mille intoppi;
Benedetta Tagliabue, italiana trapiantata a Barcellona dove ha aperto il celebre studio con Enric Miralles, autrice del conosciutissimo Mercato di Santa caterina e, ultimamente, del Padiglione spagnolo all'Expo di Shanghai;
Dietmar Feichtinger, austriaco (con studio a Parigi), noto soprattutto per la Passerella Simone de Beauvoir sulla Senna, ma autore anche di altri progetti nella sua Austria, come il complesso di uffici per la Voestalpine Stahl;
Kengo Kuma, del quale pochi mesi fa è stata inaugurata la prima opera italiana, la Casalgrande hold house, con la sua poetica "Nuvola di Ceramica";
5+1 AA di Genova, ovvero lo studio di Alfonso Femia e Gianluca Peluffo, autori di una proposta anche per la Nuova stazione di Bologna, hanno già lavorato a Torino per la ristrutturazione delle ex Officine grandi riparazioni ferroviarie.
L’opera sorgerà a Est di Susa, nell’area attualmente occupata dall’interporto, alla confluenza tra la nuova linea ad alta velocità e la storica ferrovia Torino-Susa. Per questo motivo la stazione si svilupperà su due livelli differenti per una superficie complessiva di circa 6000 metri quadrati.
Il progetto architettonico comprende anche parcheggi, stazioni per gli autobus e i taxi, aree di sosta, un'area di scambio multi-modale e gli spazi destinati ad altre funzioni accessorie.
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