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Da Burri a Cattelan 1970–2025
mostra  PALAZZO VALLE, VIA VITTORIO EMANUELE II, 122, dal 24/10/2025 al 31/10/2025
La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea vanta la collezione più importante al mondo di opere italiane degli ultimi due secoli, con circa 20.000 lavori, tra dipinti, disegni, sculture e installazioni, oggetti di design, filmati e fotografie. Con ben 53 opere - non era mai accaduto prima d’ora che un nucleo tematico così importante e consistente delle strepitose collezioni di questo grande museo fosse concesso in prestito - la GNAMC si presenta in Sicilia, scegliendo la Fondazione Puglisi Cosentino di Catania. Le opere del grande museo romano, esposte nell'architettura di Palazzo Valle, capolavoro del barocco siciliano, vivono un'atmosfera diversa instaurando tra loro e con le opere della collezione permanente della Fondazione Puglisi Cosentino, dialoghi inediti e imprevisti.

La selezione di opere della GNAMC, a cura di Renata Cristina Mazzantini e Gabriele Simongini, offre un'estrema sintesi, senza pretese di esaustività, ma sotto il segno della qualità e della polifonia linguistica, delle principali linee dell’arte italiana dagli anni settanta ad oggi, a cui si aggiungono alcuni pregevoli lavori di artisti internazionali legati in vari modi al nostro Paese: Alexander Calder, Hsiao Chin, Ahmet Günestekin, Anish Kapoor, Mark Kostabi, Sol LeWitt, Ugo Rondinone, Kiki Smith. Tra le opere della Fondazione Puglisi Cosentino: quelle dalle grandi dimensioni di Carla Accardi, Giovanni Anselmo e Jannis Kounellis (due) nella corte d’entrata, e poi con Alighiero Boetti, Piero Dorazio, Roberto Fabelo, Jan Jedlicka, Lorenzo Marini e Piero Pizzi Cannella nelle sale del piano nobile. 

Il percorso documenta 55 anni (1970-2025) di arte italiana: parte da Alberto Burri (che negli anni settanta è andato ormai ben al di là dell’Informale), Pietro Consagra (con la “Città Frontale” legata anche all’edificio frontale Meeting di Gibellina), Giorgio de Chirico (inventore della pittura neometafisica proprio a cavallo fra la fine degli anni sessanta e i primi settanta), Renato Guttuso (con il suo realismo più intimo e memoriale) e Fausto Melotti, con la sua scultura astratta nella quale convivono geometria, musicalità e sentimento poetico del mondo. Via via, passando per Gino De Dominicis, Mario Schifano, Ettore Spalletti, Emilio Isgrò, Giulio Paolini e Mimmo Paladino, si chiude col lavoro dissacrante e sorprendente di Maurizio Cattelan, star dalla notorietà internazionale. Confrontandosi implicitamente anche con i cambiamenti della società, la mostra ripercorre l’Arte Povera, gli esiti rinnovati dell’Astrattismo, del Concettuale e della Pittura Oggettuale, la Pittura Colta e quella Analitica, la Transavanguardia, la Scuola di San Lorenzo, gli sviluppi creativi della fotografia, solo per dirne alcune. Con un taglio al tempo stesso scientifico e divulgativo, la mostra ha come primo obiettivo quello di avvicinare le scuole di ogni ordine e grado all’arte degli ultimi cinquant’anni, offrendo anche l’occasione di ripercorrere e riflettere sui mutamenti della società italiana nel corso del tempo.

“La mostra Da Burri a Cattelan – sottolinea la direttrice Renata Cristina Mazzantini - restituisce alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea la sua voce più autentica: quella di un’istituzione che produce cultura e, come un laboratorio di idee, genera pensiero e promuove la creatività, riaffermando un ruolo storicamente riconosciuto ma in alcuni periodi affievolito. Il ruolo di un museo che non solo conserva una straordinaria raccolta, ma che la sviluppa, la racconta e la condivide con tante comunità, rendendola più conosciuta e accessibile, riportandola al centro della scena artistica nazionale”.

 “Anche in questi ultimi cinque decenni – dice Gabriele Simongini – pur modificandosi costantemente, l’arte italiana ha portato avanti i valori della forma, dimostrando che l’innovazione è parte integrante di una tradizione in divenire. Con iniziative come questa, la GNAMC diventa ancor più identitaria e nazionale, in senso alto, e sarà sentita sempre di più come un patrimonio di tutti, che si avvicina, dialoga, si espone, si fa conoscere empaticamente, si mette in gioco, si confronta apertamente”.

“Questa mostra – afferma Alfio Puglisi Cosentino - segna l’avvio di una collaborazione triennale fra la Fondazione e il grande museo romano che porterà a Catania nei prossimi due anni altre rassegne di indiscutibile qualità. L’attuale evento espositivo risponde perfettamente alla mission della nostra Fondazione: operare a favore dell’arte antica, moderna e contemporanea, con fini di studio, educazione e diletto, promuovendo le relazioni tra artisti e pubblico, anche di non addetti ai lavori, e contribuendo alla trasformazione virtuosa del nostro territorio”.
Il catalogo pubblicato da Il Cigno Arte contiene i testi di Renata Cristina Mazzantini e Alfio Puglisi Cosentino, un saggio di Gabriele Simongini, le biografie degli artisti e le riproduzioni delle opere esposte.
 
INFO TECNICHE:
 
FONDAZIONE PUGLISI COSENTINO
Via Vittorio Emanuele II, 120
95131 Catania
T. + 39 095 715 21 18 M. +39 346 3851506
 
ORARI
Martedì - Domenica
10:00 – 20:00
www.fondazionepuglisicosentino.it
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Per informazioni info@fondazionepuglisicosentino.it +39 095 8782035 +39 346 385 1506
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