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MOSTRA ARTE

Corrado Cagli e il suo magistero
Mezzo secolo di arte italiana dalla Scuola Romana all’Astrattismo
mostra  PORDENONE – GALLERIA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA “A. PIZZINATO”, dal 14/11/2010 al 30/01/2011
In occasione del centenario della nascita di Corrado Cagli, il Museo Civico d’Arte di Pordenone organizza una grande mostra sull’artista dal titolo Corrado Cagli e il suo magistero. Mezzo secolo di arte italiana dalla Scuola Romana all’Astrattismo, che inaugurerà gli spazi espositivi della Galleria d’arte moderna e contemporanea, nuovo polo culturale della città.
 
Corrado Cagli (1910-1976) fu uno dei maggiori artisti e intellettuali italiani del secolo scorso e data la statura dell’artista, una semplice mostra monografica è sembrata pleonastica, anche in considerazione del fatto che già nel 2006, per il trentennale della morte, la città natale di Cagli, Ancona, aveva organizzato una monumentale esposizione di tutta la sua multiforme e variegata produzione artistica.
Il curatore della mostra anconetana, Fabio Benzi, assieme a Gilberto Ganzer, ha così messo a punto un progetto che rendesse omaggio non solo all’artista, ma anche e soprattutto alla sua grande versatilità intellettuale, che lo rese uno dei personaggi più straordinari e internazionali del Novecento italiano, capace di influenzare generazioni di artisti tra i maggiori del nostro Paese con la sua forza creativa e il suo magistero artistico.

In questa prospettiva la mostra trova anche il modo di legarsi al territorio e ai suoi maggiori artisti del XX secolo, Afro, Mirko e Dino Basaldella, che da Cagli presero le mosse e che a lui tanto furono legati. Ma l’enorme influenza artistica e culturale di Corrado Cagli si diffuse su una quantità di artisti e di movimenti, riconosciuta da tutti come determinante: dalla Scuola Romana a Corrente, dall’astrattismo del dopoguerra all’Informale.

La mostra sarà costituita da un’introduzione monografica su Cagli, in cui si ripercorrerà, attraverso circa sessanta opere, l’intero suo percorso artistico, e da una serie di sezioni nelle quali si metteranno a fuoco i rapporti di influenza del Maestro sui suoi compagni di strada come sulle più giovani generazioni, con opere (oltre che dello stesso Cagli), di Afro, Mirko, Dino, Capogrossi, Cavalli, Melli, Gentilini, Ziveri, Guttuso, Leoncillo, Fazzini, Purificato, Birolli, Tomea, Mafai, Franchina, Mannucci, Dova, Baj, Crippa, Tancredi, Scialoja, Pizzinato, Berti, Novelli e molti altri artisti dagli anni Trenta agli anni Sessanta.
 
La vasta attività creativa di Cagli verrà dunque presentata nella sua interezza, mettendola a confronto con quella dei suoi amici, illustrando così il ruolo di protagonista che rivestì in oltre mezzo secolo di dibattito artistico italiano e internazionale.
Originale creatore di maioliche di gusto straordinariamente moderno nella sua prima giovinezza (applicando un linearismo déco consapevole dell’estetica internazionale, con echi persino picassiani), egli fu tra i promotori del muralismo italiano (parallelamente a Sironi) ed esordì come pittore nel gruppo iniziale della “Scuola Romana” (con Capogrossi e Cavalli), alle cui ideologie contribuì sostanzialmente e le cui opere sono tra le più significative di questo movimento, che deve considerarsi la più importante esperienza artistica italiana degli anni Trenta. Nipote di Bontempelli, elaborò e diffuse i principi del “primordialismo” che tanta presa ebbero sulla cultura italiana del decennio, prolungandosi fino agli anni Cinquanta.

In seguito alle leggi razziali emigrò prima in Francia e poi negli Stati Uniti, tornando in Italia con le truppe alleate di Liberazione. Nel contesto italiano del dopoguerra, egli rappresentò un nodo centrale per le tendenze astratte che caratterizzarono le tendenze estetiche di quegli anni, elaborando opere di grande originalità e teorizzando un prolungamento del “primordio” che influenzò ad esempio la svolta astratta di Capogrossi.

Dopo una fase puramente astratta, Cagli recuperò originalmente l’espressione figurativa, favorito anche da un’abilità tecnica stupefacente, alternando senza soluzione di continuità entrambe le ricerche. Questo apparente eclettismo, che antepone l’estro e il genio pittorico all’assolutismo ideologico che caratterizzava le scelte di campo di quegli anni postbellici, fu uno dei motivi che, al di là del successo straordinario conseguito in vita, ha contribuito in seguito a collocare criticamente la sua figura in una zona umbratile e poco definita dell’arte europea. La rilettura attuale, dopo le esperienze analoghe di tanta arte contemporanea, lo rivela invece in un ruolo di anticipatore, di antesignano della libertà espressiva post-avanguardista.

La mostra, organizzata dal Comune di Pordenone in collaborazione con l’Archivio Cagli, è curata da Fabio Benzi e Gilberto Ganzer.
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Contatti
Comune di Pordenone – Museo civico d’arte
Tel. 0434 392 935
fax 0434 522 507
[email protected]
Link
www.artemodernapordenone.it
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