Ph. © Derek Swalwell
10/07/2025 - In un quartiere residenziale di Singapore, sorge QR3D, la prima casa pluripiano stampata in 3D del sud-est asiatico. Un’opera pionieristica che integra tecnica e sensibilità progettuale, frutto della collaborazione tra Park + Associates (P+A) e il team di innovatori edili CES\_InnovFab.
Con i suoi quattro piani realizzati per oltre il 90% in calcestruzzo stampato in 3D, QR3D rappresenta una svolta concreta per il settore delle costruzioni. NNon un prototipo ma un’abitazione a tutti gli effetti, pensata per testare l’applicazione reale della stampa 3D nella costruzione residenziale.
L’idea nasce dallo stesso Lim Koon Park, fondatore di P+A, che ha voluto trasformare la sua futura casa futuro abitare in un banco di prova per una tecnologia finora limitata a elementi secondari come pareti decorative o bagni prefabbricati. Con QR3D, l’architetto ha voluto dimostrare come il 3D possa essere impiegato per edificare un’intera struttura abitativa, mantenendo alta qualità architettonica, riduzione degli sprechi e impatto ambientale minimo.
La casa si sviluppa attraverso un linguaggio architettonico che espone con orgoglio le proprie origini: le stratificazioni del calcestruzzo, lasciate volutamente a vista, raccontano il processo costruttivo in ogni dettaglio. Ma dietro l'estetica c'è un pensiero profondo sul ruolo dell'innovazione, mai fine a sé stessa. “Volevamo costruire una casa familiare che potesse essere rilevante e rispettata anche tra decenni”, spiega Park. “La tecnologia doveva servire la visione, non oscurarla.”
Elemento centrale della casa è un oculo scenografico che sovrasta la zona pranzo, ispirato alla precedente abitazione di Park degli anni ’90. Oltre a evocare la memoria architettonica, l’oculo funziona come sistema di ventilazione passiva: convoglia l’aria calda verso l’alto, favorendo la circolazione naturale e regalando alla casa una luce mutevole che cambia con il passare delle ore.
Dal punto di vista costruttivo, il progetto segna un cambio di paradigma. La stampa 3D riduce l’intervento di manodopera, abbatte i costi e semplifica gesti architettonici complessi, minimizzando anche le tipiche interferenze ambientali del cantiere tradizionale: meno rumore, meno polvere, meno disturbo per il contesto urbano.
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