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Innesti/Grafting: il Padiglione Italia curato da Cino Zucchi
L’innesto come leitmotiv dell’architettura italiana nei secoli
Autore: cecilia di marzo
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01/04/2014 - È stato presentato ieri a Roma il tema del Padiglione Italia alla 14. Mostra Internazionale di Architettura. INNESTI/GRAFTING è il titolo, ma soprattutto la chiave di lettura che Cino Zucchi - nominato dal Ministero curatore del Padiglione Italia per la Biennale Architettura 2014 - ha scelto per sviluppare la direzione suggerita da Rem Koolhaas ai padiglioni nazionali, “Absorbing Modernity 1914/2014”. Un invito ad approfondire i processi che hanno portato all’attuale carattere omogeneo e atopico dell’architettura globale, individuando le resistenze e/o le caratteristiche peculiari che la modernizzazione ha preso nel confronto con le vere o presunte “identità nazionali”.

In INNESTI/GRAFTING Cino Zucchi parte dall’assunto che “l’architettura italiana dalla prima guerra mondiale a oggi mostra una ‘modernità anomala’, rappresentata dalla grande capacità di interpretare e incorporare gli stati precedenti attraverso metamorfosi continue. Non adattamenti formali a posteriori del nuovo rispetto all’esistente, ma piuttosto ‘innesti’ capaci di trasfigurare le condizioni del contesto in una nuova configurazione: un atteggiamento visto un tempo da alcuni come nostalgico o di compromesso, ma oggi ammirato dall’Europa e dal mondo come il contributo più originale della cultura progettuale italiana”.

INNESTI/GRAFTING è, quindi, un racconto della nostra migliore architettura da un punto di vista inedito. Opere antiche, recenti e contemporanee sono scelte con gli occhi di un botanico piuttosto che con quelli di uno storico e rilette secondo modalità originali per svelare la loro capacità di unire indissolubilmente interpretazione e innovazione, materia esistente e forma futura.

La proposizione fondamentale del Padiglione, l’innesto come leitmotiv dell’architettura italiana nei secoli, è rappresentata sia con la lettura dei progetti esposti, sia attraverso la struttura stessa del percorso espositivo e del suo impianto scenico, fino creare un unico grande ritratto dal forte impatto visivo e formale, dove ogni elemento mette in rappresentazione la tesi secondo modalità proprie.

Nella mostra del Padiglione Italia non c’è l’idea di un’evoluzione lineare, bensì l’esame di singoli episodi o eventi progettuali legati nel tempo da relazioni inaspettate. Se la modernizzazione ha coinvolto nell’ultimo secolo l’intera penisola, il caso di Milano è assunto come esemplare “laboratorio del moderno” le cui vicende architettoniche e urbanistiche degli ultimi cento anni – ma anche alcuni momenti cardine della sua storia passata – mostrano le particolari modalità assunte da progetti dalla grande carica trasformativa al confronto con la struttura urbana preesistente. Ma Milano è anche il luogo che ospita Expo 2015, un esempio di grande trasformazione territoriale degli ultimi anni che sarà osservata nei suoi diversi contenuti e nei suoi sviluppi presenti e futuri.

La mostra continua con una serie di collage di architettura e con la suggestiva rappresentazione di un grande paesaggio contemporaneo costituito da immagini di progetti recenti dove architetti di varie generazioni si sono confrontati con contesti impegnativi. Una serie di “cartoline” autografe di architetti stranieri daranno un’interpretazione sintetica della particolare condizione italiana vista da diversi angoli del mondo.
Ad aprire e chiudere la mostra due segni, due “innesti” fisici nel contesto dell’Arsenale firmati dallo stesso Cino Zucchi: il grande portale arcuato dell’ingresso adiacente le Gaggiandre e una grande panca-scultura che si snoda tra gli alberi nel Giardino delle Vergini.

“Il Padiglione Italia 2014” afferma Cino Zucchi “mostrerà un paese che ha perseguito grandi innovazioni tecniche e formali riuscendo ad innestare il nuovo su di un fatto preesistente, sia esso fisico o culturale: una 'modernità anomala', sofisticata nelle strategie e negli esiti, dove il luogo e i suoi caratteri non sono solo un limite fisico, quanto un materiale vivo da trasformare. […]
Il Padiglione Italia esaminerà i tentativi da parte della cultura progettuale dell’ultimo secolo di agire su questo paesaggio frammentato in maniera 'edificante', innestando gemme di grande modernità negli interstizi che separano gli strati precedenti. L’Italia di questo ultimo secolo ha perseguito momenti di grande innovazione tecnica e formale, affrontandoli spesso con la coscienza della responsabilità che ne derivava. Il passato non è, quindi, solo un valore da conservare, ma anche un elemento vivo che costituisce lo sfondo della nostra vita quotidiana insieme ai nuovi ambienti che ogni giorno costruiamo e trasformiamo per rispondere a nuovi bisogni”.


Fonte: Ufficio stampa Padiglione Italia


  Scheda progetto: INNESTI/GRAFTING
La Biennale Photo By Andrea Avezzù
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