12/04/2013 - Dopo un restauro durato 10 anni e costato quasi 400 milioni di euro, riapre ad Amsterdam il Rijksmuseum. A firmare l'intervento gli architetti spagnoli Cruz y Ortiz, a guida di un team composto da Wilmotte & Associés per l'interior design e ARUP per gli aspetti strutturali e di lighting design.
Il museo possiede la più grande collezione di opere d'arte fiamminga del periodo d'oro, ottomila opere distribuite su circa 1 chilometro e mezzo di spazio museale che offrirà ai visitatori un viaggio nel tempo, dal Medio Evo fino a Piet Mondrian. Mai prima d'ora un museo nazionale aveva subito una trasformazione così radicale da un punto di vista sia strutturale che espositivo.
Cruz y Ortiz hanno radicalmente trasformato l'edificio del XIX secolo, “un edificio neo-gotico con un impronta cattolica”, in un museo contemporaneo, con un ingresso luminoso e spazioso, un nuovo padiglione che ospita inedite opere d'arte asiatica e gallerie che fondendo grandeur del '900 a design moderno, costituiscono il cuore di questo viaggio nell'arte fiamminga.
Una caratteristica importante nel concept degli architetti è stata "l'andare oltre Cuypers" (Pierre Cuypers, progettista del Rijksmuseum), con cui non solo si è reso onore all'architetto originale, ma con cui si è attuata un'interpretazione 'misurata' dei preziosi spazi e degli elementi monumentali. Affermano gli architetti: “la coesistenza di 'vecchio' e 'nuovo', senza alcun carattere narrativo, è essenziale in questa contrapposizione, in cui entrambi gli elementi devono affrontare un nuovo futuro in modo sinergico”.
Questo approccio progettuale, entrati nel museo, è maggiormente percepibile nei cortili, dove solennità, tranquillità e simmetria sono avvolte dalla secolarità della vecchia facciata. Dietro le mute facciate del cortile, sono ospitate le collezioni. Grandi portici d'ingresso cedono il passo alla 'Stanza del Tesoro dei Paesi Bassi' e alle 80 gallerie che hanno un sviluppo di quasi 1 km e mezzo. Tutto l'edificio di Cuypers è stato reso completamente accessibile al pubblico, rivelando anche aree precedentemente nascoste, ubicate nei sotterranei ed nel sottotetto.
"L'architettura di Cruz y Ortiz si fonde e al tempo stesso contrasta con il restaurato capolavoro di Cuypers, portando nuovamente alla ribalta internazionale il Rijksmuseum. La mano invisibile di Arup crea un equilibrio nella conservazione dell'arte e della sua visualizzazione" ha affermato Joop Paul, Project Director di Arup.
Secondo il New York Times "Il museo ha recuperato gran parte molto dello splendore del XIX secolo, in combine, però, con l'illuminazione e la tecnologia del XXI secolo”.
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