31/08/2012 - L’installazione di Cino Zucchi Architetti, Copycat. Empatia e invidia come generatori di forma, è stata insignita della menzione speciale alla 13. Biennale Internazionale di Architettura di Venezia.
Copycat, che “vuole richiamare la complessa rete di relazioni che modellano il nostro ambiente fisico”, è stata premiata perché rappresenta in modo esemplare il tema onnicomprensivo della mostra 'Common Ground'.
Spiega Cino Zucchi in un'intervista: “Copycat - che in italiano si tradurrebbe come copione, nel senso di quello che copia i compiti - è un'affermazione contro l'ossessione che noi abbiamo per l'originalità: più il mondo è abitato da persone, più ogni individuo si sente nella necessità di voler affermare una propria personalità dimenticando che noi viviamo anche in culture formali […]. La nostra installazione fa una sorta di rappresentazione di quest'idea facendo vedere come gli oggetti non sono unici, ma son legati da sequenze di forma e potremmo dire animati da una doppia tendenza: quella di imitare – siamo tutti un po' copycat, cioè imitatori degli altri – e anche innovare, per cui intorno a uno spazio centrale, che vorrebbe rappresentare una sorta di common ground, abbiamo disposto degli armadi che contengono oggetti molto diversi. Da modelli di sottomarini a dei matterelli da pane del Rajasthan, da foto di persone prese per strada a foto di prospetti di edifici tutti molto diversi ma che tutti fanno vedere questo meccanismo di 'ripetizione differente' che è quella che, però, ci permette di vivere. Noi viviamo all'interno di spazi che hanno bisogno anche della ripetizione”.
L’installazione dona corpo all’idea che le culture formali si propagano seguendo processi di “contagio” che combinano imitazione e innovazione, creando sequenze di manufatti legati da sottili variazioni su un tema comune.
I nove armadi metallici che la compongono sono raggruppati intorno a uno spazio centrale pavimentato con “ciottoli” metallici di forma esagonale. Ognuno di essi mostra sul suo lato esterno una collezione di oggetti o di immagini legate da questo principio del “quasi uguale” perché “la rassomiglianza", piuttosto che l’ “originalità”, è ciò che permette il dialogo tra gli uomini, e ciò che dà forma agli ambienti urbani che riconosciamo come sfondi amati delle nostre vite”.
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