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Scavare per non mettersi in competizione con il paesaggio
Lo studio americano Olson Kundig progetta le cantine sotterranee della Mission Hill Estate
Autore: mauro lazzarotto
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26/01/2012 – Lo studio Olson Kundig architects è stato chiamato ad ampliare gli spazi della Mission Hill Family Estate, una cantina produttrice di grandi vini in una delle più belle e incontaminate regioni del Canada. Fin dalla prima visita lo studio americano ha sentito la necessità di progettare un'architettura che non si ponesse in competizione con la naturale bellezza del paesaggio.

L'intenzione era di creare un nuovo spazio per la conservazione del vino senza ingombrare l'orizzonte con un grande volume e offrendo invece un'altra esperienza, completamente diversa, ai visitatori della cantina. La cantina prevedeva già molti spazi dedicati ai visitatori, dal grande arco all'ingresso si entra infatti in un vero universo dedicato al vino.

Un centro di formazione sul vino, un piccolo teatro e un anfiteatro all'aperto che si apre sulle colline circostanti, tutto in questo luogo rimanda a un'atmosfera di serenità quasi monastica e forse non è un caso che il fulcro della composizione sia proprio un campanile di ben 12 piani.

Le nuove cantine sono state scavate nella nella roccia vulcanica. Con una capienza di ben 800 barili, questo spazio, con temperatura e umidità controllate, è dedicato allo stoccaggio, alla fermentazione e al buon invecchiamento del vino. La filosofia architettonica si fa chiara nelle sensazioni che questo spazio trasmette.

Scendendo le scale che portano alla cantina si sprofonda in un silenzio irreale, come in una gigantesca cattedrale sotterranea in cui viene spontaneo parlare a bassa voce, forse per non disturbare il vino.
L'unica fonte di luce naturale è un lucernario circolare che si affaccia in superficie. Questo grande occhio è il simbolo della cantina e oculus, occhio in Latino, è anche il nome della selezione dei suoi vini più pregiati. 


  Scheda progetto: Mission Hill Family Estate Winery
Paul Warchol.
Vedi Scheda Progetto
Paul Warchol.
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