Ph. © Martino Stelzer
05/12/2025 - A pochi passi dal centro storico di Milano, un appartamento segnato da anni di divisioni e rimaneggiamenti ritrova identità e continuità grazie all’intervento di SOLUM Studio, che sceglie di lavorare proprio su ciò che solitamente rimane ai margini del progetto: i cosiddetti spazi “di servizio”.
Un ribaltamento di prospettiva che trasforma il disimpegno in un dispositivo architettonico capace di ordinare, collegare e dare ritmo all’intera casa.
L’appartamento presentava una planimetria complessa, esito di trasformazioni che avevano compromesso la leggibilità degli ambienti. Il progetto nasce dal desiderio di recuperare funzioni spesso sacrificate negli interni di piccola metratura, ma essenziali per un vivere quotidiano confortevole. Da qui l’idea di mettere al centro proprio quegli spazi di passaggio, elevandoli a protagonisti.
L’ingresso si apre in una anticamera semicircolare che separa la soglia dal soggiorno affacciato sul cortile interno. La cucina, completamente nascosta da pannellature che riprendono la finitura delle pareti, lascia respiro a un living rigoroso e misurato, definito da materiali continui e cromie controllate.
La connessione tra zona giorno e camera da letto è affidata a un corridoio dal soffitto curvo, ridisegnato a seguito della scoperta in cantiere di una trave metallica ribassata. La criticità si trasforma in gesto progettuale: la curva accompagna il passaggio e ne diventa l’elemento distintivo, un segno che guida e scandisce l’esperienza dello spazio.
Il corridoio è schermato da una tenda colorata che funge da elemento di filtro, mentre l'acciaio inox riveste ingresso e disimpegno, moltiplicando riflessi e profondità. La materia diventa così strumento percettivo: camuffa, rimanda, dilata. A contrasto, le pareti grigie dalla texture morbida e il pavimento in resina cementizia disegnano un involucro uniforme e tattile, animato da accenti cromatici calibrati nelle tende e nelle chiusure della cucina.
Coerente e misurato, il linguaggio di SOLUM Studio restituisce coesione a un interno complesso, costruendo un racconto che parte da uno spazio spesso dato per scontato — il disimpegno — e lo trasforma nella chiave di lettura dell’intera casa.
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