Cinema del Museo Reina Sofìa - Ph. Eugeni Bach
25/11/2025 - Un triangolo rosso sospeso, una volta blu come un cielo stellato e una sala proiezioni triangolare sono gli elementi distintivi dell'attuale cinema del Museo Reina Sofìa, uno dei principali centri per l'arte moderna e contemporanea d'Europa situato a Madrid. Nel progetto di trasformazione a cura di Anna & Eugeni Bach da auditorium a luogo per formati audiovisivi, gli 'oggetti geometrici' del progetto originario ideato nel 1987 da Jaume Bach e Gabriel Mora sono stati preservati come emblema dello spazio, mentre nuovi elementi progettuali generano la sensazione di stare all'aria aperta.
Il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía si trova nell'edificio dell'ex Ospedale Generale di Madrid, un edificio del XVIII secolo progettato da José de Hermosilla e Francisco Sabatini. Dopo diversi interventi e in seguito alla sua designazione come Bene di Interesse Culturale con lo status di Monumento, è stato inaugurato come museo nel 1992 e ampliato nel 2005.
Noto come edificio Sabatini, l'architettura comprendeva un auditorium che ospitava tutte le conferenze e gli eventi del museo. Con l'ampliamento del centro, l'istituzione ha acquisito due nuovi auditorium, che hanno permesso di convertire quello esistente in un cinema e auditorium.
Come nel progetto originale, la sala di proiezione triangolare organizza e divide la circolazione all'ingresso, mentre il triangolo sospeso sopra il palco, che fungeva da dispositivo di riverbero, viene trasformato in un grande schermo acustico che nasconde gli altoparlanti centrali.
Le cabine di traduzione esistenti vengono rimosse, poiché la tecnologia attuale non richiede uno spazio dedicato e la zona delle sedute viene modificata per aumentarne l'inclinazione e migliorare la visibilità dello schermo.

Cinema del Museo Reina Sofìa, nicchie delle finestre con pannelli in legno intagliati - Ph. Eugeni Bach
Pannelli di legno chiudono le vecchie finestre dell'ospedale. Su di essi, motivi intagliati evocano gocce di pioggia e generano la sottile sensazione di trovarsi all'aperto. L'idea è rafforzata con la scelta del blu come colore della volta. Il progetto ripropone il classico rosso di molti cinema e teatri nel corso della storia dell'architettura, con un riferimento particolare al Cinema Skandia di Stoccolma di Erik Gunnar Asplund e al Cine Doré di Madrid.
Il richiamo ai teatri classici, con l'azzurro del cielo e il rosso del tappeto, stabilisce un legame tra la funzione dello spazio, che richiede colori scuri per evitare riflessi, e la tradizione di cinema e teatri, rievocata tenendo in considerazione l'edificio neoclassico che ospita lo spazio.
Per mediare tra queste due tonalità, le superfici assorbenti collocate nelle nicchie delle finestre diventano punti di luce soffusa, evidenziando le aperture e trasformandole in volumi simili a quelli di un esterno, amplificando la sensazione di essere all'aria aperta.
Nella hall d'ingresso, è stato aggiunto un mobile contenitore triangolare che dialoga con la geometria della cabina di proiezione, aiutando a orientare la circolazione verso il fondo della sala. La serliana esistente è stata mantenuta e tutte le superfici sono uniformate in un'unica tonalità di rosso. Un elemento distintivo che accoglie i visitatori e svela la nuova sala dietro fitte tende di velluto, evocando ampi universi cinematografici.
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