27/11/2025 - Il Consiglio di amministrazione della Biennale di Venezia, su proposta del Presidente Pietrangelo Buttafuoco, ha nominato gli architetti Wang Shu e Lu Wenyu Direttori Artistici del Settore Architettura, con l’incarico di curare la 20. Mostra Internazionale di Architettura, in programma dall’8 maggio al 21 novembre 2027.
Cofondatori dello studio Amateur Architecture Studio e figure di riferimento internazionale, Wang Shu e Lu Wenyu incarnano una visione dell’architettura profondamente legata al contesto, alla cultura materiale e alla responsabilità ambientale. Il loro lavoro si oppone alla logica della demolizione e della spettacolarizzazione, proponendo un’alternativa fondata sul riuso, l’artigianato e l’intelligenza dei luoghi.
Un approccio semplice, autentico, radicale
Nel loro messaggio di accettazione, i curatori denunciano una deriva dell’architettura contemporanea verso una “eccessiva concettualizzazione o marcata commercializzazione”, che finisce per generare fenomeni effimeri e scollegati dalla realtà. In un tempo segnato da crisi concrete, affermano, “adottare un approccio semplice e autentico assume un valore particolare”. La loro Biennale sarà, dunque, un invito a recuperare profondità, etica e senso del costruire come gesto culturale e ambientale.
Tra i villaggi e il mondo
Il lavoro di Wang Shu e Lu Wenyu nasce in Cina, ma parla al mondo. Fondato nel 1997, Amateur Architecture Studio ha saputo fondere materiali recuperati da edifici storici con tecniche ingegneristiche contemporanee, in una sintesi tra memoria e innovazione. Tra i loro progetti più noti: il Museo Storico di Ningbo, il Campus di Xiangshan, la Riqualificazione del Villaggio di Wencun, l’Archivio Nazionale di Hangzhou, fino alla recente Opera House di Xi’an.
Il New York Times ha selezionato il Campus di Xiangshan tra le 25 opere architettoniche più significative del dopoguerra; nel 2012 Wang Shu ha ricevuto il Pritzker Prize, e nel 2023 entrambi sono entrati a far parte dell’Académie d’Architecture di Francia. Le loro opere sono state esposte al MoMA di New York, al Centre Pompidou di Parigi, al Louisiana Museum, e in numerose Biennali di Venezia.
Un’architettura che ascolta
La loro idea di progetto è una forma di resistenza critica e insieme una sfida al futuro: una ricerca radicata nella cultura vernacolare, nell’uso dei materiali esistenti, nella vitalità dell’ordinario. La scuola di architettura da loro fondata ad Hangzhou promuove lo studio dei giardini cinesi, il lavoro manuale e l’osservazione dei paesaggi quotidiani come strumenti di formazione.
Secondo il presidente Buttafuoco, la loro guida saprà “ispirare una riflessione ampia e necessaria, proiettando la Biennale Architettura 2027 verso nuovi modi di comprendere il nostro rapporto con lo spazio, la memoria e la comunità pensante”.
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