Foto Nic Lehoux
21/11/2025 - È stato inaugurato il 6 novembre 2025 l’Ismaili Center, Houston, primo centro ismailita negli Stati Uniti e settimo nel mondo. Firmato da Farshid Moussavi Architecture, con il progetto del paesaggio affidato a Nelson Byrd Woltz Landscape Architects, il complesso si estende su un’area di 11 acri lungo il Buffalo Bayou Park, diventando un nuovo punto di riferimento civico e architettonico per la città texana.
Un luogo per la riflessione, l’incontro e il servizio
Come gli altri Ismaili Center realizzati a Londra, Lisbona, Toronto o Dubai, anche quello di Houston nasce per accogliere non solo la comunità ismailita, ma l’intera cittadinanza. Il centro ospita una Jamatkhana (sala di preghiera), sale conferenze, spazi per mostre, aule formative, un teatro sperimentale, uffici, una caffetteria e ambienti per programmi culturali e sociali. Gran parte delle attività è gestita da volontari, in linea con l’etica di servizio della comunità.
«Questo edificio si chiama Ismaili Center, ma non è solo per gli ismailiti. È per tutti coloro che cercano conoscenza, riflessione e dialogo», ha affermato Prince Rahim Aga Khan V. Il sindaco Whitmire ha sottolineato il valore dell’opera come simbolo di inclusione, diversità e apertura nella città di Houston.
Architettura contemporanea tra luce, geometria e tradizione
Il progetto architettonico, sviluppato da Farshid Moussavi con la consulenza ingegneristica di AKT II e DLR Group, interpreta con sensibilità contemporanea elementi chiave dell’architettura islamica: ordine strutturale, ornamento come scala umana, ripetizione come unità, luce come materiale. Il risultato è un edificio di cinque piani e 14.000 m², in cui grandi geometrie si risolvono in dettagli raffinati, in un equilibrio senza tempo tra monumentalità e intimità.
Verande coperte (eivans), schermi traforati in pietra e giochi di trasparenze guidano la relazione tra interni ed esterni. Materiali come vetro serigrafato, acciaio, legno e calcestruzzo ultra-performante disegnano ambienti eleganti ma sobri. Un oculus nella corte centrale collega visivamente il cielo e la sala di preghiera, mentre le pareti esterne, in piccole piastrelle di pietra, offrono un equilibrio tra massa e dettaglio.
Un paesaggio che unisce estetica e resilienza
Il paesaggio progettato da Thomas Woltz, frutto di oltre dieci anni di ricerca sui giardini islamici, interpreta la tradizione persiana con criteri ambientali contemporanei. La morfologia del sito, in lieve pendenza verso il fiume, è stata trasformata in un sistema resiliente di giardini terrazzati, bacini riflettenti e spazi adattivi alle inondazioni, capaci di assorbire eventi meteorologici estremi.
Il disegno si basa su una griglia geometrica che unisce architettura e paesaggio, rendendo coerente ogni elemento – sentieri, fontane, alberi – in una composizione visiva armonica. Le specie vegetali selezionate attraversano simbolicamente gli ecosistemi del Texas: dai cactus del deserto, alla prateria, fino alla vegetazione costiera, come metafora dell’adattabilità della comunità ismailita nelle diverse “terre d’approdo”.
«Non è solo questione di bellezza – afferma Woltz – ma di creare un luogo che unisca le persone in uno spazio di calma, riflessione e cura».
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