Foto Chill Shine
22/10/2025 - A oltre 2.800 metri di altitudine, nel cuore della Gola del Nujiang lungo la G318, una delle strade più spettacolari e pericolose del mondo, il progetto Nujiang River 72 firmato da Archermit dà nuova forma al leggendario tratto delle 72 curve del Sichuan-Tibet.
Dopo sei anni di sfide estreme, tra cantieri sospesi, clima ostile e soluzioni strutturali audaci, nel settembre 2024 ha aperto al pubblico un nuovo scenic park dedicato all’esperienza del limite e al paesaggio tibetano.
Un progetto nato per sfidare
Situato nei pressi di Baxoi, tra i paesaggi iconici di Ranwu Lake e la Laigu Glacier, il parco si snoda lungo le scogliere della gola, con una serie di infrastrutture panoramiche che amplificano la vertigine della storica “Devil’s Section” della G318. Il cuore del progetto è la spettacolare piattaforma panoramica in vetro a sbalzo, che con un’estensione di 37 metri si protende nel vuoto sopra un dislivello di oltre 130 metri, trasformando il concetto di serpentina stradale in una “strada celeste” da percorrere a piedi.
Costruita con struttura a sbalzo in acciaio e pavimentazione in vetro ad alta trasparenza, la piattaforma offre una vista mozzafiato sulla gola e dialoga con i colori del paesaggio grazie al rivestimento in acciaio corten rosso tibetano, ruvido e resistente, che evoca i materiali tradizionali e si integra con l’ambiente.
Ponti, zipline e scale impossibili
Il percorso prosegue con il ponte sospeso in vetro lungo 260 metri, ispirato al vecchio ponte Nujiang in acciaio, oggi memoria storica della regione. Camminare a 50 metri sopra il fiume, sentendo il vento e il fragore delle acque, diventa un’esperienza immersiva e adrenalinica.
Una zip line e un ponte tibetano da brivido richiamano le tecniche usate dai costruttori della Sichuan-Tibet Highway, rievocando con il corpo le sfide estreme di chi ha tracciato queste strade decenni fa. Accanto alla tecnologia, il progetto recupera l’uso di metodi costruttivi tradizionali, adattati alle condizioni ambientali estreme e alla scarsità di infrastrutture moderne.
Estremo anche nella costruzione
Realizzare Nujiang River 72 è stata un’impresa di ingegneria estrema: altitudine elevata, temperature ostili, logistica quasi impossibile. I materiali e i macchinari sono stati trasportati grazie a teleferiche temporanee, le fondazioni scavate a mano su pareti rocciose, i ponti assemblati in moduli prefabbricati. Tutti gli elementi architettonici sono stati progettati per massimizzare leggerezza, durabilità e precisione, riducendo al minimo l’impatto ambientale e il rischio per gli operai.
Un’esperienza sensoriale e culturale
Il progetto trasforma la visita in una vera e propria esperienza fisica e spirituale. Il tratto finale – la famigerata Scala del Furore Celeste con i suoi 666 gradini – sostituisce un comodo ascensore per enfatizzare la fatica come valore. Solo dopo aver “misurato il Nujiang con il proprio corpo” si può comprendere l’impresa degli operai che hanno reso possibile questo luogo.
In equilibrio tra adrenalina e contemplazione, Nujiang River 72 diventa un nuovo landmark per l’altopiano tibetano, capace di coniugare memoria, sfida e paesaggio con un’architettura radicale che parla il linguaggio dell’essenziale.
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