Ph. © Daisuke Hirabayashi
27/10/2025 - Al Vitra Campus di Weil am Rhein è stato inaugurato il Doshi Retreat, un piccolo padiglione per la contemplazione progettato dal Premio Pritzker Balkrishna Doshi, in stretta collaborazione con la nipote Khushnu Panthaki Hoof e suo marito Sönke Hoof, architetto. Ispirato alla spiritualità indiana, il Doshi Retreat offre un viaggio sensoriale tra suono e serenità, dove luce e materia diventano strumenti di meditazione.
Come osserva Rolf Fehlbaum, Presidente di Vitra, il campus, pur restando un sito industriale, si è trasformato in un parco pubblico che attira ogni anno circa 400.000 visitatori. Un luogo dove architettura, design, natura e cultura convivono: dai padiglioni firmati dai grandi maestri alle collezioni del Vitra Design Museum, fino a giardini, ristoranti e negozi. Negli ultimi anni, la trasformazione dell’area ha assunto una dimensione ecologica, con la creazione di stagni, boschi e giardini, riducendo le superfici pavimentate e restituendo al sito il carattere di una biosfera.
Con il Doshi Retreat, il campus accoglie un’aggiunta architettonica dal significato inedito: un santuario di pace e raccoglimento. L’idea è nata dopo la visita di Fehlbaum al Tempio del Sole di Modhera, in India. Da una fotografia di un piccolo santuario mostrata a Doshi è scaturita la proposta di creare uno spazio di meditazione per il campus. Così è iniziato il dialogo tra Doshi, Khushnu e Sönke Hoof, da cui è scaturita la forma fluida e armoniosa del Doshi Retreat. È il primo progetto di Doshi realizzato fuori dall’India, e anche l’ultimo da lui disegnato prima della sua scomparsa nel 2023.
Il percorso si sviluppa come una sequenza sinuosa e discendente, scandita da pareti che risuonano dei suoni di gong e flauto. “Quest’architettura è nata da un sogno di Doshi, in cui due cobra si intrecciavano”, racconta Khushnu Panthaki Hoof. Da quella visione è nato un racconto, poi un disegno e infine un invito a un viaggio interiore. L’esperienza sensoriale accompagna i visitatori lungo un cammino fisico e simbolico, che culmina in una camera di contemplazione: uno spazio curvilineo con una vasca d’acqua piovana, due ampie panche di pietra e un gong centrale. La volta, parzialmente aperta, lascia entrare luce, aria e pioggia; un mandala in ottone battuto a mano, realizzato in India, decora il soffitto proiettando riflessi cangianti.
L’intera struttura è costruita in acciaio XCarb®, materiale a basse emissioni di carbonio prodotto con rottame riciclato e energia rinnovabile, donato da ArcelorMittal. Le pareti forgiate e modellate sviluppano una patina naturale nel tempo, accentuando l’organicità del luogo e il senso di scoperta lungo il percorso.
Il progetto trae ispirazione dalla filosofia spirituale della Kundalini, termine sanscrito che significa “arrotolato” o “spiralato” e rappresenta l’energia latente alla base della colonna vertebrale. Nel pensiero yogico e tantrico, il suo risveglio è legato al cammino di trasformazione interiore. Qui, il suono diventa catalizzatore di consapevolezza: diffuso da un sistema audio integrato nel suolo, accompagna il visitatore e interagisce con il corpo in movimento, dissolvendo il confine tra sé e architettura.
“È il suono – dice Khushnu Panthaki Hoof – che cancella il confine tra individuo e costruzione. L’edificio riflette il suono verso di te, trasformando il cammino e la camera stessa in strumenti di risonanza.”
Negli ultimi anni della sua vita, Doshi si era avvicinato sempre più all’arte, ma con questo progetto è tornato al disegno, guidando la realizzazione di un’opera che intreccia spiritualità, materia e percezione. Il Doshi Retreat non porta un’etichetta precisa: è un luogo di solitudine e contemplazione, che invita a percepire presenze invisibili e a lasciarsi guidare dal disorientamento verso la scoperta.
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