09/12/2025 - A pochi giorni dalla sua scomparsa, il mondo dell’architettura rende omaggio a Frank O. Gehry, maestro del decostruttivismo e figura rivoluzionaria dell’architettura contemporanea.
Gehry si è spento il 5 dicembre 2025 a Santa Monica, all’età di 96 anni. Nato a Toronto nel 1929 e naturalizzato statunitense, ha attraversato quasi otto decenni di progettazione, imprimendo al linguaggio architettonico una forza scultorea e dinamica senza precedenti.
Dalla casa di Santa Monica alla scena globale
Il percorso progettuale di Gehry prende forma a partire dalla sua stessa abitazione, la Gehry House a Santa Monica (1978), un esperimento di architettura “grezza” che ingloba l’edificio esistente con materiali industriali come lamiera ondulata, legno e catrame, in una fusione inedita tra arte, scultura e costruzione. Questo approccio “cheapscape”, come lo definì lui stesso, è l’inizio di una visione che rompe ogni schema compositivo e geometrico.
Nel corso della sua carriera, Gehry ha saputo coniugare un’estetica dirompente con tecnologie all’avanguardia, spesso adattando software nati per l’aeronautica alle necessità della forma architettonica. Ha usato la materia – titanio, vetro, acciaio, cartone – come se fosse creta, con un approccio che ha ridefinito l’idea stessa di spazio costruito.
Il Guggenheim di Bilbao e l’“effetto Gehry”
Il Guggenheim Museum di Bilbao (1997), con le sue superfici curve in titanio e i volumi interconnessi che si riflettono nel fiume Nervión, ha trasformato una città in declino industriale in un polo culturale internazionale.

© FMGB Guggenheim Bilbao Museoa
L’edificio è stato definito “il più grande edificio del nostro tempo” da Philip Johnson e ha dato origine al cosiddetto “Bilbao Effect”, fenomeno studiato e replicato in tutto il mondo.
Nel 2021 Gehry stesso dichiarava: “La gente mi dice sempre che ho cambiato la città. Non era mia intenzione cambiarla, volevo solo farne parte”.
Tra arte, scultura e architettura
Il suo lavoro include capolavori come il Vitra Design Museum a Weil am Rhein (1989), il Weisman Art Museum a Minneapolis (1993), la Dancing House a Praga (1996), la Walt Disney Concert Hall a Los Angeles (2003), il New York by Gehry (2010), il Biomuseo a Panama (2014), la Fondation Louis Vuitton a Parigi (2014), l'ampliamento del Campus di Facebook a Menlo Park (2019) fino al Guggenheim Abu Dhabi che sarà inaugurato nel 2026.

Vitra Design Museum, ©Vitra

Walt Disney Concert Hall, ©Gehry Partners

Foundation Louis Vuitton, ©Iwan Baan
Anche nel mondo dell’interior e dell’oggetto Gehry ha lasciato il segno: celebre il suo esperimento con il Wiggle Side Chair (1972) in cartone, considerato uno degli oggetti di design più innovativi del XX secolo.
Un’eredità che continua a ispirare
Insignito del Pritzker Prize nel 1989, della Medaglia presidenziale della libertà e del Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia nel 2008, Gehry ha ridefinito il ruolo dell’architetto nella società, diventando un simbolo stesso della capacità dell’architettura di ispirare, emozionare, cambiare il mondo.

Biomuseo Panama, ©Victoria Murillo/Istmophoto.com
“Il lavoro di Frank ci insegna che, sebbene gli edifici possano essere robusti e fissati al suolo, come tutte le grandi opere d'arte sono in grado di sollevare il nostro spirito, di elevarci e ampliare i nostri orizzonti” disse Barack Obama al momento della consegna della Medaglia della Libertà.
Fino alla fine, Gehry ha continuato a progettare, con la stessa irrequietezza e passione che hanno definito tutta la sua opera: “Se sai cosa farai prima di farlo, non farlo”.
A destra: New York by Gehry, ©Gehry Partners, LLP. A sinistra: Luma Arles, ©Adrian Deweerdt
Un’architettura “plasmata nell’impossibile”, che ha saputo costruire nuovi orizzonti per generazioni di architetti, artisti e sognatori.
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