Foto Martin Argyroglo
24/10/2025 - La Fondation Cartier pour l’art contemporain, nella nuova sede al 2 Place du Palais-Royal, verrà inaugurata ufficialmente domani, 25 ottobre 2025, in un edificio ottocentesco radicalmente ripensato da Jean Nouvel. Il nuovo progetto architettonico, sviluppato con le équipe di Cartier Architecture and Construction, ridefinisce il concetto di spazio espositivo, portando all’estremo l’idea di dinamicità e flessibilità museale.
Una trasformazione radicale dietro una facciata storica
L’intervento di Nouvel si colloca all’interno del blocco haussmanniano che un tempo ospitava prima il Grand Hôtel du Louvre, poi i Grands Magasins e infine il Louvre des Antiquaires.
La facciata è stata integralmente preservata, ma dietro di essa si cela un organismo architettonico del tutto nuovo: una vera e propria macchina teatrale formata da cinque piattaforme mobili in acciaio, capaci di creare volumi espositivi continuamente riconfigurabili.
Queste grandi lastre sollevabili (250 mq e 250 tonnellate ciascuna), sviluppate con ingegneri specializzati in ponti mobili e macchinari teatrali, scorrono su un sistema a cavi e pulegge azionato da motori elettrici sincronizzati. Il risultato è uno spazio cavo, mobile, adattabile, dove ogni mostra può assumere una configurazione unica.
Un vuoto attivo e trasparente
L’obiettivo di Jean Nouvel è chiaro: «Il focus del progetto architettonico era svelare il vuoto – la sua profondità, la sua altezza, la sua presenza. Non si tratta più di costruire uno spazio, ma di costruire dentro lo spazio stesso».
Il vuoto diventa il vero protagonista: non più pareti, pavimenti o soffitti statici, ma una griglia dinamica in cui tutti gli elementi sono mobili e trasformabili. I soffitti in vetro, con frangisole motorizzati, lasciano entrare la luce naturale in modo selettivo. Le nuove vetrate a tutta altezza lungo Rue de Rivoli e Rue Saint-Honoré cancellano il confine tra interno ed esterno, mentre una pensilina in vetro lunga 150 metri ricollega idealmente le arcate storiche all’urbanità parigina.
Una macchina espositiva mai vista prima
Il nuovo spazio è concepito come una macchina museale operativa, capace di adattarsi a ogni esigenza curatoriale: altezza, luce, visibilità, orientamento. «Il nostro obiettivo era offrire ciò che altrove sarebbe impossibile: reinventare il modo stesso di esporre», scrive Nouvel. Ogni piattaforma può ospitare opere di grande peso, generare ambienti compressi o altissimi, scenografie teatrali o spazi di meditazione.
Nel rispetto delle severe normative antincendio e strutturali, il progetto si è confrontato con sfide ingegneristiche inedite: introdurre un sistema mobile di queste dimensioni in un edificio vincolato ha richiesto soluzioni mai adottate prima.
Un frammento urbano che accoglie la città
Per Nouvel, la nuova sede della Fondation Cartier non è solo un museo, ma «un quartiere, un luogo di attraversamento, di dialogo tra epoche e discipline». L’edificio si apre alla città attraverso un sistema di trasparenze, attraversamenti e affacci urbani che dissolvono i confini tra istituzione e spazio pubblico.
Con la sua architettura in movimento, la Fondation Cartier diventa un dispositivo per l’arte contemporanea in grado di generare sempre nuove esperienze. Una macchina scenica pensata per disorientare, stupire, creare. «Ogni spazio vuoto è un’occasione per esprimersi. Ogni superficie, ogni colore, ogni dettaglio è pensato per sfidare e ispirare l’artista», conclude Nouvel.
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