© Villa Colucci
05/09/2025 - Immersa nelle colline della Selva di Fasano, Villa Colucci è una dimora ottocentesca che oggi torna a raccontare la propria storia attraverso un restauro che dialoga con il presente. La sua facciata rosso pompeiano custodisce interni in cui arte, artigianato e design si intrecciano, trasformando la villa in un luogo di incontro tra tradizione e contemporaneità.
Dopo anni di abbandono, la proprietà è stata acquisita da due famiglie danesi: Mette e Rolf Hay, fondatori del marchio di design HAY, e Barbara “Bibi” Husted Werner, imprenditrice nel settore moda, insieme al marito, il regista Martin Werner. Il progetto di restauro, curato con Lars e Pernille Lembcke e l’architetto locale Francesco Mastrorosa, ha preservato l’autenticità dell’edificio introducendo al contempo soluzioni sostenibili come i pannelli solari e una fonte d’acqua autonoma.
Gli interni, concepiti come un palinsesto di storie e suggestioni, accolgono opere di artisti internazionali tra cui Magnus Fisker, Emma Kohlmann, Andi Fischer e Peter Doig, insieme a installazioni tessili, ceramiche e sculture che rendono ogni ambiente un racconto a sé. Arazzi di Lulu Kaalund, ricami di Loji Höskuldsson, bandiere Asafo e tarocchi ricamati di Berenike Corcuera convivono con le ceramiche di Stephen Bird e le opere di Sabine Marcelis, fino alle sculture di Bjørn Wiinblad e Jean René Gauguin.
Il design gioca un ruolo altrettanto centrale: accanto a pezzi di collaboratori di lunga data di HAY, come Ronan & Erwan Bouroullec, Muller Van Severen e Bruno Rey, trovano posto mobili e arredi recuperati nei mercatini pugliesi e nelle aste internazionali. Sedie di Gio Ponti, divani di Vico Magistretti e oggetti religiosi di metà secolo arricchiscono gli spazi di strati di memoria e identità.
Il risultato è un equilibrio calibrato: soffitti alti, piastrelle in cemento decorato e infissi originali dialogano con opere d’arte e arredi contemporanei, senza mai snaturare la forza architettonica della villa, oggi struttura ricettiva. Ogni dettaglio è stato curato con la maestria degli artigiani locali, in un continuo scambio dinamico tra passato e presente.
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