Ph. Dario Borruto Fotografo
02/09/2025 - Tra geometrie essenziali e tagli netti, un volume bianco e compatto prende forma nelle terre rosse di Cutrofiano, nel cuore della Puglia. Si chiama Sirgole il nuovo ristorante progettato dall'architetto Alessandro Cesari che integra il design contemporaneo con la memoria dell'artigianato locale.
Sirgole è concepito come una sensibile prosecuzione di un complesso storico preesistente, un tempo masseria, oggi riprogrammato per l’ospitalità. Il linguaggio vernacolare di un territorio storicamente legato all’estrazione dell’argilla e alla produzione di ceramiche diventa sintassi attuale, materica e poetica.
L'autore, Alessandro Cesari, è un professionista con radici nel restauro e una visione contemporanea dell’accoglienza in Puglia. L'approccio progettuale àncora la nuova architettura, silenziosa e prodonda, al paesaggio e alla lenta temporalità della cultura mediterranea, attraverso la cura dei materiali, dei dettagli e dell'atmosfera.
Esternamente, le superfici, trattate con intonaci a base di calce e pietra scialbata, evocano un'immagine senza tempo dove la luce scolpisce volumi netti, quasi sospesi. Entrando lo spazio rivela la sua anima più profonda: un cuore d’argilla caldo, poroso, ancestrale. Le pareti sono interamente trattate con intonaci d’argilla firmati Matteo Brioni, in una gamma cromatica terrosa e ovattata. La scelta non è solo estetica, ma geografica, culturale, identitaria, e stabilisce un legame diretto con il territorio di Cutrofiano, storicamente noto per le sue cave e fornaci ceramiche.
Sequenza spaziale interna
La narrazione architettonica si apre con una reception monolitica, interamente rivestita in argilla, con un bancone scultoreo in graniglia nera che emerge come una pietra lavica su un suolo calcareo. La luce è morbida, il tono è intimo.
Da qui si accede alla sala principale: un’unica navata lineare, pavimentata in cocciopesto, dove pareti continue in argilla salgono fino a incontrare le imposte delle aperture. L’effetto è quello di una grande struttura in argilla che sorregge con forza la porzione superiore, un corpo bianco, leggero.
Gli arredi in legno naturale, disegnati su misura sottolineano l’essenzialità delle forme che accompagna la matericità dei rivestimenti. Gli infissi si distinguono per la struttura esile e precisa, un segno metallico sottile che dialoga per contrasto con la massa solida e materica dell’architettura e amplifica il senso di profondità delle aperture. La luce filtra senza invadere, in modo morbido e controllando donando la percezione di una domesticità antica.
Composizione esterna
Due cortili articolano la composizione spaziale esterna. La prima, la corte principale, si configura come una piccola piazza a cielo aperto, ritmata da archi simmetrici che incorniciano la vetrata della sala e l'ingresso della reception.
La seconda, più intima, è disegnata da una quinta muraria con gelosie che proietta l'edificio oltre il suo confine fisico reale. Al suo interno, una scala in muratura – archetipo dell'architettura mediterranea – funge da elemento funzionale e scultoreo.
Completano il progetto due camere per gli ospiti, pensate con la stessa coerenza materica e cromatica di tutto il volume: pareti intonacate a calce beige, toni sabbia e bagni con finiture in cocciopesto. Spazi intimi, morbidi, che estendono le qualità tattili e sensoriali del ristorante al regno dell'ospitalità.
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