08/05/2025 - A L’Aquila, lo studio Dunamis ha recentemente completato un intervento significativo nel processo di ricostruzione post-sisma, ridando nuova vita a un edificio residenziale pubblico danneggiato dal terremoto del 2009. Il progetto, denominato Pentagramma, non si limita a una semplice ricostruzione: si propone di superare le aspettative di un recupero statico, cercando piuttosto un dialogo profondo con il contesto urbano e la memoria storica del luogo.
Il nuovo edificio mantiene le dimensioni e la volumetria dell’originario fabbricato, ma reinventa la sua identità attraverso una linguistica contemporanea che risponde tanto alla necessità di ricucire il legame con il passato quanto a quella di guardare al futuro. "Ricostruire dopo il terremoto", afferma lo studio, "non significa cancellare, ma ricucire il tempo tra passato e futuro", spiegano i progettisti. Questo principio trova espressione nel progetto stesso, che si sviluppa come una "partitura" che unisce elementi differenti in una composizione armonica.
Pentagramma è caratterizzato da forme geometriche pulite e contemporanee, con una facciata bianca contrastata da tende colorate che segnano un ritmo cadenzato, creando un effetto dinamico e vibrante. La struttura si articola su quattro livelli, dove il piano terra ospita spazi comuni, box auto e cantine, mentre i tre piani superiori sono dedicati ad appartamenti, organizzati simmetricamente attorno a una scala centrale.
Uno degli elementi distintivi del progetto è la reinterpretazione dell'involucro esterno. La facciata sud è arricchita da tre lunghe balconate, che servono le zone giorno degli appartamenti e offrono generosi spazi esterni. A protezione di questi terrazzi, un innovativo sistema di tende mobili colorate anima la facciata, creando un equilibrio tra privacy e schermatura solare. Sul lato nord, invece, le logge di servizio disegnano due assi simmetrici, completati da parapetti in lamiera traforata dai colori vivaci delle tende, in un gioco cromatico che riprende il dinamismo della facciata principale.
La copertura dell’edificio, con la sua geometria a sei falde, rielabora la tradizionale forma a padiglione, conferendo un segno distintivo all’intero progetto. Le linee inclinate della copertura si fondono con le facciate, creando una continuità visiva che dà coerenza al progetto.
|