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Expo Osaka 2025: bambù, fibra di carbonio e carta diventano per la prima volta materiali strutturali
Shigeru Ban e l'organizzazione no-profit ZERI Japan progettano la Blue Ocean Dome, un'audace risposta architettonica e ambientale ad alcune delle più urgenti sfide oceaniche del pianeta
Autore: giulia capozza
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Ph. Hiroyuki Hirai Ph. Hiroyuki Hirai
23/04/2025 - Shigeru Ban progetta la Blue Ocean Dome per l'Expo di Osaka 2025: un'audace risposta architettonica e ambientale ad alcune delle più urgenti sfide oceaniche del pianeta. In collaborazione con ZERI Japan, organizzazione no-profit per l'educazione ambientale, l'architetto giapponese realizza per la prima volta un padiglione espositivo composto da bambù, fibra di carbonio e tubi di carta come materiali strutturali.

“Guardando alla storia delle esposizioni mondiali - spiega Shigeru Ban - in passato l'architettura dei padiglioni è stata un luogo di sperimentazione di idee, strutture e materiali per gli edifici futuri. Purtroppo, negli ultimi anni questa tradizione si è esaurita e la maggior parte dei padiglioni sono diventati semplici “giochi di forme” affidati alla tecnologia informatica. Ora stiamo proponendo nuovi materiali e strutture che non hanno precedenti al mondo".

Per Zeri Japan, l'obiettivo della Blue Ocean Dome è approfondire la comprensione degli oceani, creare un centro di networking e comunicare al mondo l'importanza di prevenire l'inquinamento di plastica nei mari, sviluppare un'industria marina sostenibile e promuovere un'analisi dell'impatto del cambiamento climatico sugli oceani.

Tre cupole distinte compongono la Blue Ocean Dome, ognuna delle quali è realizzata con un differente materiale eco-responsabile, all'avanguardia e lungimirante.
 

Le tre cupole della Blue Ocean Dome

La prima cupola, denominata Dome A, è la prima costruzione al mondo ad utilizzare il bambù laminato come materiale strutturale. Materiale resistente a lungo usato per le costruzioni in Giappone, il bambù presenta variazioni di spessore e diametro che rendono impossibili i calcoli strutturali, per questo non è mai stato riconosciuto come materiale adatto per l'architettura in Occidente. Il bambù laminato è un materiale più stabile e forte del legno e il suo utilizzo affronta il problema delle foreste di bambù abbandonate.

La Dome B è la cupola principale ed è la prima struttura al mondo ad utilizzare la fibra di carbonio (CFRP) su larga scala. La fibra di carbonio pesa un decimo dell’acciaio ma è quattro volte più resistente, tuttavia a causa degli alti costi è stata usata solo come materiale di rinforzo nel campo delle costruzioni. La Blue Ocean Dome sarà un esempio di architettura all'avanguardia ad aver utilizzato per la prima volta il materiale come strutturale.

"La cupola principale - descrive l'architetto - è realizzata con tubi in CFRP (Carbone Fiber Reinforced Plastic), che sono stati utilizzati nelle carrozzerie di aerei e automobili, ma non ancora come struttura principale in architettura. Riducendo il peso della struttura al di sotto del peso del terreno scavato per le fondamenta dell'edificio, siamo riusciti a eliminare la necessità di palificare questo debole sito bonificato, facilitando anche il spostamento del padiglione grazie alla sua leggerezza".

Tubi di carta riciclata e bambù laminato - materiali del brand sponsor Rengo Co - compongono la terza cupola, Dome C, definita da una struttura simile ad un atomo. Mostre ed eventi di varie organizzazioni saranno esposte all'interno della costruzione che fungerà da centro di networking. Qui si raccoglieranno informazioni e saperi che potranno essere trasmessi al mondo esterno, dando vita al Blue Dome Movement.

  Scheda progetto: Blue Ocean Dome
Hiroyuki Hirai
Vedi Scheda Progetto
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Hiroyuki Hirai
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Blue Ocean Dome

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