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Il rifugio Pedrotti: un “Faro di montagna”
Sarà un punto di riferimento visivo per gli alpinisti e gli escursionisti in cammino
Autore: cecilia di marzo
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12/09/2022 - È stato proclamato il vincitore del concorso per la ristrutturazione dell’ultimo piano del rifugio Tommaso Pedrotti alla Tosa San Lorenzo Dorsino (TN).
Ad aggiudicarsi il concorso il progetto Il rifugio Pedrotti, “Un Faro di montagna” di Stefano Pasquali (capogruppo), Samantha Minozzi, Alberto Stangherlin e Moser Andrea (consulente).
 
"Il rifugio Pedrotti ha conservato nel tempo il significato originale della parola “rifugio”: svincolato da accessi carrabili o da funivie, è frequentato principalmente dai veri amanti della montagna quali escursionisti e alpinisti esperti.
 
L’idea progettuale parte da questa consapevolezza e cerca principalmente di dialogare con gli interlocutori di questo ambiente di alta montagna evitando l’immagine di “albergo di alta quota” che negli ultimi decenni si è sempre più diffuso.
L’intento dei progettisti è quello di rispondere alle esigenze funzionali richieste senza snaturare la sua vera natura.
Il rifugio alpino è la struttura che, per eccellenza, offre ad alpinisti ed escursionisti riparo dalle tenebre, dal gelo della notte e dalle avverse condizioni che in montagna si possono presentare nel giro di poche ore.

L’immagine che abbiamo scelto per il progetto è quella di “faro di montagna”. Un punto di riferimento visivo per gli alpinisti e gli escursionisti in cammino, data la sua posizione strategica, visibile dai vari sentieri. Una luce in un arrivo notturno, un barlume nella nebbia, un grande tetto rosso che alla vista allevia le fatiche dopo una giornata tra le vette. Quattro finestre illuminate alla sommità del rifugio saranno sinonimo di sicurezza, calore e riparo per gli escursionisti e alpinisti.
 
Quattro luci per quattro vie e quattro finestre per quattro panorami
Il volume di ampliamento pensato per il rifugio Pedrotti si adatta allo spettacolare contesto paesaggistico delle Dolomiti di Brenta, garantendo più relazioni visive tra interno ed esterno.
Il principio fondamentale del progetto è l’inserimento del manufatto nel paesaggio da diversi punti di vista: ogni oggetto cambia a seconda da dove lo si guarda.
 
Le quattro aperture al piano terzo diventano all’esterno quattro punti di riferimento per chi si avventura nei sentieri e vie nelle vicinanze.
All’interno le aperture sono quattro cornici da cui poter osservare il panorama delle Dolomiti di Brenta al riparo di un nuovo e confortevole tetto.
 
L’attuale volume edilizio si presenta come una composizione frammentata di più corpi di fabbrica aggiunti nel tempo. La volontà del progetto è quella di creare un nuovo elemento che sappia dialogare con le preesistenze. Un approccio pacato, fatto di pochi segni: il grande tetto e la scala di emergenza. Abbiamo scelto un linguaggio contemporaneo con forme semplici che richiamano un’architettura essenziale legata alla funzionalità.
 
La nuova copertura e la scala collaborano assieme generando la morfologia architettonica che rimanda l’immagine dell’attuale rifugio. Solitamente le scale di emergenza sono percepite come elementi tecnici che poco dialogano con l’intero edificio. Nel nostro progetto la si è voluta rendere protagonista, posizionandola nella facciata principale e riservandole più ruoli: torretta visiva, sistema distributivo, uscita di emergenza, elemento di adeguamento sismico.
 
La volontà di richiamare a livello percettivo e materico le coperture dei recenti volumi edilizi ha portato alla decisione di utilizzare un rivestimento in lamiera aggraffata di colore rosso. Questo permetterà un migliore mantenimento e una ridotta manutenzione della nuova struttura garantendo un alto grado di visibilità.
 
Il progetto è il frutto di un efficace integrazione tra concezione statica, tecnologia e architettura. L’involucro edilizio è stato progettato seguendo i requisiti di sostenibilità ambientale abbinati all’utilizzo di tecnologie di costruzione a secco che consentono di ottimizzare il trasporto, riducendo le tempistiche nelle fasi di montaggio grazie alla prefabbricazione a valle".
 





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