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Novara: inaugurata la nuova area “a ponte” Chef Express
Un edificio eco-sostenibile firmato Iosa Ghini Associati e Politecnica
Autore: cecilia di marzo
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27/07/2017 - Chef Express, società che gestisce tutte le attività di ristorazione del Gruppo Cremonini, ha completato la ristrutturazione della grande area di servizio autostradale "a ponte" di Novara Nord e Sud (A4 Milano-Torino), simbolo storico della ristorazione autostradale nel nostro Paese. A Novara, infatti, l’imprenditore dolciario Mario Pavesi aprì nel 1947, esattamente settant’anni fa, la prima area di ristoro sulle autostrade italiane.

L’inaugurazione ufficiale si è tenuta lo scorso 5 luglio. Secondo Alessandro Canelli, Sindaco di Novara, l’intervento restituisce un nuovo volto a una struttura che rappresenta un vero e proprio simbolo per la realtà territoriale oltre che per la ristorazione autostradale nel nostro Paese, dal momento che il vecchio “autogrill” è stato il primo e pionieristico esperimento della ristorazione autostradale nel nostro Paese.

La moderna rivisitazione risulta innovativa nell’impostazione dei servizi e dell’offerta per i viaggiatori secondo diversi tipi di proposte commerciali: non un semplice punto di sosta, ma un’area all’avanguardia che, in linea con il suo passato, risulta oggi ancora una volta pionieristica nelle scelte di gestione attraverso il sistema di digitalizzazione integrata.

L’attuale “ponte” di Novara è stato inaugurato nel 1962, su progetto dell’arch. Angelo Bianchetti, nello stesso luogo del primo spazio di ristorazione autostradale aperto in Italia nel 1947: apparteneva in origine alla catena lanciata dall’imprenditore dolciario Mario Pavesi, pioniere della ristorazione sulle autostrade, che realizzò, tra il 1959 e il 1971, 12 dei 14 ponti esistenti sulla rete autostradale italiana. Queste strutture hanno accompagnato il grande sviluppo della motorizzazione civile negli anni del boom economico e sono entrate nell’immaginario collettivo grazie anche al cinema, che le ha utilizzate come set di innumerevoli film. 

Il progetto architettonico è firmato da Iosa Ghini Associati, che ha riservato una particolare attenzione ai temi della sostenibilità ambientale, mentre la progettazione esecutiva e i servizi di engineering sono stati affidati a Politecnica, una delle principali società italiane di progettazione integrata (architettura, ingegneria e urbanistica).

Con una superficie complessiva di 4.620 m2, di cui 1.370 m2 destinati all’area commerciale e 320 m2 per il market, il progetto di ristrutturazione del nuovo Chef Express ha portato alla realizzazione di un unico grande edificio che ospita al suo interno un’ampia Food Court, con nuovi spazi volti a massimizzare la superficie commerciale e un layout caratterizzato da percorsi lineari, risultato di uno studio di immagine orientato ad armonizzare i diversi concetti dell’ambiente.

L’area non si pone più come solo edificio di ristoro autostradale, ma come spazio che si rivolge a tutti: famiglie, lavoratori, professionisti delle strade, portatori di handicap, proprietari di animali. L’edificio infatti è caratterizzato da un’ampia diversificazione degli spazi, sia interni sia esterni, per rispondere alle esigenze di tutti e offrire il contesto ideale per una sosta.

L’edificio è stato completamente rigenerato e isolato con un rivestimento esterno di oltre 1000 mq di legno lamellare di abete bianco, così da dimensionare al minimo i suoi impianti di climatizzazione ed evitare sprechi. Rispetto alla carbon print, il legno, materiale ecosostenibile per eccellenza, svolge anche la funzione virtuosa di assorbitore di CO2 che non va in atmosfera. Infine il rivestimento diventa anche la cifra “visibile” della filosofia del progetto, dando un’impronta inconfondibile all’area rinnovata. Il saving energetico è completato dall’installazione di dispositivi per limitare l’uso di elettricità e di un impianto fotovoltaico, dall’uso di illuminazione con nuova tecnologia a led, e dall’impianto di riscaldamento e condizionamento con un nuovo sistema ad alta efficienza. Il tutto ha portato un risparmio di oltre 500.000 kWh equivalenti, pari a c.a. 210 ton di CO2 annue non immesse in atmosfera. Inoltre, tutta l'energia elettrica acquistata è certificata al 100% da fonte rinnovabile. 


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