Foto Antonio Guiotto
07/07/2025 - CRA-Carlo Ratti Associati presenta Post Office Pod, un sistema modulare per spazi di lavoro all’aperto che fonde natura, infrastrutture pubbliche e vita lavorativa.
Il progetto, frutto di una collaborazione interdisciplinare che coinvolge il sociologo Richard Florida, la paesaggista Anna Maria Scaravella, l’esperta di comfort climatico Marialena Nikolopoulou, l’innovatore urbano Rohan Silva e lo studio di ingegneria Recchi, debutta alla Biennale Architettura 2025 con il supporto di Poste Italiane.
Dopo l’esposizione, i pod saranno replicati in tutta Italia come parte del Progetto Polis, volto a ridurre il divario tra città e aree interne e trasformare gli uffici postali in hub per l’innovazione.
L’installazione veneziana si presenta come un giardino trasformato in luogo di lavoro: nove pod modulari con tetti verdi sono disposti nei Giardini della Biennale. I visitatori possono utilizzarli per lavorare al computer, fare videoconferenze, riunioni, riposare o persino stampare in 3D. Una sorta di amaca tecnologica: semplice da allestire ma estremamente funzionale.
Tre dei nove pod sono dotati di stampanti 3D, portando la manifattura avanzata in uno spazio accessibile e sostenibile. Se alcune città americane post-pandemia si trovano con uffici vuoti, altre stanno ripensando il concetto stesso di lavoro urbano. Questi spazi in disuso rappresentano un potenziale ancora inespresso. La chiave è chiara: per rigenerare le città serve ripensare il design e la produzione, liberando le risorse locali per costruire comunità più resilienti.
Il comfort termico è stato un elemento centrale nel design dei pod: la massa termica e il tetto verde aiutano a mantenere l’ambiente fresco, mentre le piante rampicanti formano una barriera verde contro il sole. Pannelli solari e un sistema di raccolta dell’acqua completano l’ecosistema sostenibile. È come avere la natura come assistente d’ufficio.
Dopo il debutto veneziano, i pod troveranno spazio nei 7.000 uffici postali italiani, contribuendo al Progetto Polis. L’obiettivo è valorizzare borghi e piccoli centri, colmando il divario urbano-rurale. La modularità rende il progetto adattabile a contesti diversi, rinnovando il ruolo dello spazio pubblico e rafforzando il tessuto sociale.
«In un’epoca in cui i lavoratori chiedono maggiore flessibilità, le aziende cercano soluzioni creative e le città devono reinventare gli spazi pubblici, integrare il lavoro all’aperto non è solo una tendenza, ma una necessità», afferma Richard Florida, teorico dell’urbanistica e docente all’Università di Toronto. «Se l’ufficio tradizionale non basta più, il passo successivo è andare oltre l’ufficio stesso.»
«Questo progetto incarna l’ambizione della Biennale Architettura di essere un “laboratorio vivente” per idee replicabili», aggiunge Carlo Ratti, fondatore di CRA e curatore della 19ª Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. «I Post Office Pod rappresentano esattamente questo: dopo la Biennale porteranno connettività nelle aree interne, mostrando nuovi modi in cui l’infrastruttura pubblica può servire le comunità.»
Post Office Pod si inserisce nel percorso di CRA nella ridefinizione degli spazi pubblici e del lavoro del futuro. Fa parte di una ricerca continua su nuovi ambienti di lavoro, insieme all’Open Innovation Center per Sella Group, al grattacielo CapitaSpring di Singapore e alla riqualificazione del Palazzo Mondadori di Oscar Niemeyer a Milano.
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