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04/04/2014 - “...il luogo fisico è cosa diversa dal luogo di progetto. Il luogo non è il punto di partenza, ma piuttosto il punto d'arrivo. Capire l'entità del luogo è di per sé parte della progettazione.” (Álvaro Siza)
Di progetto in progetto, l'architettura è definita dal luogo stesso in cui sorge. Condizioni sfavorevoli, suolo disomogeneo, aree minime, spazi vuoti di risulta all'interno di un tessuto: l'edificio è il prodotto della combinazione proprio di quei fattori – seppur avversi – che determinano i parametri di sviluppo del progetto stesso.
A São Paulo lo studio Brasil Arquitectura ha realizzato un calibrato intervento proprio partendo dalla comprensione dell'entità dello spazio, risultato di secoli di stratificazioni di eventi socio-politici che hanno plasmato la città. Il progetto per Praça das artes risponde in modo chiaro alla conformazione fisica e spaziale del tessuto esistente, diventando parte integrante di un quartiere già molto vivo. Dotato di un esigente programma di nuove funzionalità legate alle arti della musica e della danza, il nuovo complesso racchiude nuovi spazi comuni pubblici, inserendosi decorosamente all'interno della geografia urbana e della storia locale. Il “luogo fisico” ha una conformazione disorganica, risultato di una pianificazione urbana errata, subordinata alla logica del “lotto” e della proprietà privata: un accumulo caotico di spazi sottoutilizzati o perlopiù vuoti, abbandonati, in attesa di tornare a rappresentare un luogo di interesse per la città.
Posizionati lungo tutto il confine dell'area d'intervento, i nuovi edifici appaiono come sospesi da terra, creando spazi aperti e ampie aree di circolazione a cui è possibile accedere attraversando la piazza pavimentata o la rampa di scale che collega le strade su diversi livelli. I nuovi volumi si sviluppano partendo dal centro dell'isolato verso la strada: una serie di edifici interconnessi fra loro, in calcestruzzo a vista con pigmenti ocra, che ospitano le varie funzioni ed integrano le preesistenze dell'ex Conservatorio e dell'ex Cinema Cairo.
Grazie all'utilizzo di pareti di taglio, è stato possibile realizzare grandi campate senza pilastri intermedi, garantendo così la massima flessibilità degli spazi interni e spazi esterni senza ostacoli sul livello della piazza. Il nuovo edificio annesso al Conservatorio determina un punto di snodo per tutti i settori all'interno del complesso. Tutti gli uffici amministrativi, i collegamenti verticali e gli atrii di distribuzione sono concentrati in questo edificio, l'unico colorato con pigmenti rossi.
Verso la piazza, una scala scultorea triangolare – in cemento e vetro – consente un accesso diretto tra il livello della piazza e il primo piano, dove si trova la sala da concerto. Oltre al cemento colorato, un segno distintivo e di fondamentale importanza nel progetto è rappresentato dalle finestre, fissate esternamente o collocate all'interno dell'apertura.
Fonte: Blink – http://blinkproject.it/entity-space/
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