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Intervista a Simonetta Cenci, Alfonso Femia e Gianluca Peluffo
Studio 5+1AA: 'il progetto come atto di responsabilità, di visione e di bellezza'
Autore: valentina ieva
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(c) Ernesta Caviola (c) Ernesta Caviola
20/12/2013 - La redazione di Archiportale ha intervistato Simonetta Cenci, Alfonso Femia e Gianluca Peluffo dello studio 5+1AA.
Femia e Peluffo fondano dapprima lo studio 5+1 a Genova nel 1995. Nel 2005 costituiscono la 5+1AA Agenzia di Architettura e si aggiudicano il concorso internazionale per la progettazione del Palazzo del Cinema di Venezia, con Rudy Ricciotti. L'anno successivo Simonetta Cenci diventa partner di 5+1AA e viene aperto un Atelier anche a Milano. Al 2007 risale, invece, l'apertura dell'Agence di Parigi.
Tra i progetti più recenti di 5+1AA si annoverano la trasformazione del Palazzo dei Frigoriferi a Milano; l'intervento di ricostruzione di alcuni lotti residenziali a San Giuliano di Puglia; la realizzazione della Torre Orizzontale nel Quartiere Espositivo di Fieramilano; Le Officine Grandi Riparazioni (O.G.R.) terminate in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia a Torino; la Nuova Sede dell’Agenzia Spaziale Italiana a Roma.

A quali interventi state lavorando in questo momento? Ci raccontate della recentissima approvazione del progetto per  il Recupero Area ex Fitram in Nuova Biblioteca a La Spezia? Come nasce il progetto?
Lo studio attualmente è concentrato su alcuni progetti di natura diversa che stiamo sviluppando tra l’Italia, la Francia, il Nordafrica, Istanbul e l’Oriente. Sono progetti a scale differenti che affrontano il tema dell'abitare, della visione urbana, del progetto strategico, della valorizzazione del patrimonio, dell'affermazione della cultura come motore della riconversione o dello sviluppo di aree in diverse città, da Milano a Marsiglia, da Parigi a Tangeri, da Roma a Istanbul, da La Spezia a Savona, da Genova a Shangai.

Il progetto recente per il recupero della ex area Fitram a La Spezia si inscrive in una serie di esperienze e volontà che lo studio investe da anni in Italia, ovvero l'affermazione dell’importanza di progetti di piccola e media dimensione, che hanno il valore di essere “pubblici”, di voler affermare la cultura come strumento di riqualificazione e definizione di nuovi baricentri cittadini, e guardano al futuro, in quanto sviluppano programmi destinati a tutte le generazioni, con particolare attenzione ai bambini.

La Spezia pertanto ci permette di continuare la positiva esperienza iniziata sin dal 1997 con il Campus di Savona, sino ai progetti di Casarza Ligure, al Museo del giocattolo e del bambino di Cormano, ai progetti di Venaria Reale e alla recente scuola di Zugliano. Riteniamo fondamentale affrontare ed affiancare la Pubblica Amministrazione in queste sfide, oggi più di prima, dove le condizioni economiche e le modalità frammentate di sviluppare un progetto fra ruoli e fasi che spesso non prevedono più un filo conduttore unico, per tutti sono diventate ostacoli al limite della insormontabilità.
 

La Spezia rientra anche in un percorso virtuoso dove lo strumento del dialogo che noi deleghiamo al progetto e al nostro modo di proporre il pensiero che deve portare alla condivisione delle idee, ha trovato terreno fertile, attento e propositivo con l Amministrazione stessa. Solo attraverso questa coscienza e assunzione di responsabilità, si possono trasformare occasioni in opere per la collettività, investimenti economici in patrimonio culturale e funzionale per il futuro, progetti in luoghi che ricercano e affermano il senso di appartenenza.

Oggi è tutto sempre più difficile perchè sempre di più vi è un assenza di responsabilità nel portare a fondo questi obiettivi. Tutto galleggia, niente va in profondità. La Spezia sarà un progetto che dal recupero di un area industriale si riaffermerà il ruolo e l’identità di un quartiere che ha subito ferite profonde nel passato, sarà un luogo che riaffermerà il ruolo centrale degli spazi pubblici attorno ad una funzione importante come una biblioteca, luogo che attraversa e mette insieme tutte le generazioni. Sarà un progetto che potrà dimostrare ancora una volta che anche in Italia si può essere capaci di occuparsi del proprio futuro con coraggio e visione, con qualità e bellezza.

Il vostro percorso professionale intende orientarsi sempre di più all’estero? Se sì quali sono gli scenari più interessanti in questo momento?
Da sei anni abbiamo aperto uno studio a Parigi e da Parigi abbiamo cominciato a ricercare  un percorso progettuale che in continuità con quello italiano, potesse e sapesse nutrire la nostra ricerca e il nostro pensiero relativamente al ruolo e al significato del progetto di architettura e della riflessione sulla città e il territorio. Parigi, Marsiglia, Bordeaux, Nizza e recentemente Lione e Ginevra sono le cittá con cui stiamo portando avanti e ricercando un dialogo in quanto luoghi dinamici e coraggiosi, complessi e critici, affascinanti e diversi. Da  Parigi siamo partiti per Tangeri  e il Marocco e successivamente per Algeri e l’Algeria, cosi come da Milano e Genova siamo partiti a sviluppare un dialogo con Istanbul. Per noi il Mediterraneo è il nostro luogo dell’immaginazione e della scoperta. L’Italia, Genova sarà sempre il luogo da cui partiamo e a cui ritorniamo. Tra i due momenti, il Mediterraneo, l’Europa, il viaggio.

Con quale nome dello ‘star system’ vi piacerebbe avere una collaborazione?
Con colui che pensa ancora che il progetto sia un atto di responsabilità, di visione e di bellezza. Con chi crede nella condivisione come un percorso di scoperta dei propri limiti. Ogni esperienza avrebbe un significato ed un valore, anche la più lontana dal nostro “mondo”. Non vi sono pregiudizi nella nostra modalità di guardare il mondo, solo curiosità e voglia di immersione. Tim Burton? Wong Kar-wai?
 

I giovani architetti che collaborano con voi rappresentano una risorsa creativa importante con cui confrontarsi?
E’ sempre stato cosi. Dagli studenti incontrati in vent’anni di docenze, seminari, workshop, conferenze, a chi condivide con noi ogni giorno sfide, battaglie, e voglia di confrontarsi con la realtà e con il proprio immaginario. L’idea che il nostro sia un lavoro di gruppo è qualcosa di serio e sincero.
 

  Scheda progetto: Recupero Area ex Fitram Nuova Biblioteca
©S. Anzini
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Giuseppe Maritati
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© Ernesta Caviola
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