13/11/2012 - 3ndy Studio ha curato il restauro del Palazzo di Vigonovo “Campiello”, inaugurato nel settembre 2011. Obiettivo dell'intervento era riqualificare una parte importante del paese di Vigonovo creando una nuovo luogo di aggregazione sociale a completamento del centro storico. Il complesso, risalente alla fine del 1800, si presentava abbandonato e fatiscente.
L’edificio consiste in due blocchi distinti per forma, destinazione d’uso e qualità architettonica, e le due rispettive corti. Il manufatto era caratterizzato da una facciata scandita da un’infilata di archi al piano terra, una sequenza di eleganti bifore al piano primo e da una fitta merlatura a coronamento. A causa dello stato di grave abbandono della struttura, danneggiata da un incendio scoppiato agli inizi degli anni ‘80, non è stato possibile un intervento di restauro conservativo.
Perseguendo l’obiettivo di non smarrire la memoria del luogo, 3ndy Studio ha progettato tra l'edificio e la piazzetta una struttura, a sostegno del ballatoio, che crea una sorta di 'quinta scenica', divenuta un’opera d’arte. Essa ripropone in chiave moderna, senza cadere in un falso storico, l’originaria immagine della facciata e le lacune dell’antico intonaco.
“Far rivivere un luogo o riportarlo all’antico splendore significa anche rievocarlo per quelle che sono le voci che l’hanno popolato, frammenti di storia, di vita, di quotidianità e tradizione che possono essere colte e tracciate per sempre su un foglio di carta. E questa pagina smisurata è diventata, nel progetto del Campiello, una enorme scultura composta da centonovanta lastre di acciaio corten per una superficie di oltre 300 metri quadrati da leggersi come una gigantesca ed enigmatica pagina di un libro”.
La facciata progettata da 3ndy Studio riproduce le dimensioni della facciata scomparsa, il ritmo delle aperture, ma suggerisce anche la disposizione delle macchie del tempo sull’intonaco. Per completare la facciata e renderla un’opera unica, lo studio ha chiamato a collaborare lo scultore piacentino Giorgio Milani, su suggerimento di Philippe Daverio, anch’egli attore di questa grande operazione artistica.
Milani ha scritto su questa pagina, arricchendola attraverso i pieni e vuoti creati dalle lettere dell’alfabeto sui pannelli di acciaio corten. Da qui nasce “Eco di passi nella memoria”, un’opera di lettering, che in inglese significa “caratteri”, ovvero una composizione di lettere e simboli appositamente scelti dall’artista, Giorgio Milani, in base alla loro origine ottocentesca (anno a cui risale la costruzione dell’edificio) e alla loro veste estetica, bilanciando 22 diversi alfabeti, tra maiuscole e minuscole, in diverse rielaborazioni di “grazie e bastoni” creando un’armonia estetica e culturale.
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