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26/07/2012 - La Casa da Arquitectura di Matosinhos espone fino al prossimo 25 agosto una rassegna di scatti fotografici dell’architetto Alberto Collet, intitolata ‘Cidade dos mortos, o cemitério que se transforma em cidade’ che riguardano una ricerca sulla progettazione sostenibile all’interno di uno tra i più antichi cimiteri musulmani.
Si tratta di un cimitero abitato da circa un milione di cairoti discendenti dai rifugiati del Sinai che, a causa dell’insufficienza di alloggi e delle carestie, ha cominciato ad abitare le stanze destinate alla visita dei defunti, già all’inizio del secolo trascorso, utilizzandole come dimore permanenti.
Anomala e interessante la condizione irrisolta della necropoli, unica al mondo, di coesistenza tra vivi e defunti, che Alberto Collet ha tentato di raccontare con questo reportage fotografico con lo scopo di analizzare e comprendere un luogo talmente marginale che rischia di essere cancellato da Il Cairo.
Alberto Collet, architetto e fotografo, studia allo IUAV di Venezia e all’ETSAB di Barcellona, laureandosi nel 2008. Ha lavorato come coordinatore e curatore di mostre presso il Centro Italiano di Architettura di Milano, l’Università La Sapienza di Roma, lo IUAV di Venezia, collaborando con studi d’architettura tra cui Cino Zucchi Architetti e EMBT Miralles Tagliabue. Risiede e lavora a Barcellona.
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