16/05/2011 – Il 20 maggio prossimo il Teatro del Pavone di Perugia, nell'ambito dell'iniziativa "L'architettura che cambia", ospiterà la lectio magistralis dell'architetto Stirling Prize William Alsop, dal titolo "Red, green & blue. Interdisciplinarietà nel processo progettuale".
Inglese, classe 1947, si forma a Londra presso l'Architectural Association, a stretto contatto con gli Archigram e Peter Cook ma soprattutto con Cedric Price. Nel 1971, ancora studente, conquista il titolo di secondo classificato nel concorso per il Centre Pompidou a Parigi, vinto da Renzo Piano e Richard Rogers, guadagnandosi la fama di enfant terrible dell’architettura. A 62 anni, nell'estate del 2009, Alsop annuncia alla stampa la di voler abbandonare l'architettura per dedicarsi alla pittura e all'insegnamento, qualche mese più in là rivela il suo nuovo ruolo di Responsabile Internazionale per l'Europa del gigante della progettazione internazionale RMJM.
Tra i progetti in fase di realizzazione quello della Middlehaven, la città a emissioni zero destinata a sorgere nell’area portuale di Middlesbrough, in Gran Bretagna. Il progetto è il risultato di un accordo promosso dal governo britannico e da Bioregional Quintain, la joint venture costituita dalla associazione ambientalista no profit Bioregional e dal colosso immobiliare inglese Quitain.
Middlehaven ospiterà, su una superficie complessiva di oltre 80mila metri quadrati, 750 nuove abitazioni, uffici, hotel e strutture commerciali. I primi due cubi ospiteranno rispettivamente 70 ed 80 appartamenti, e spazi per uffici al piano terra. Saranno dotati di caldaie a biomassa che consentiranno il recupero dei gas di combustione, ed una serie di impianti basati sullo sfruttamento delle energie rinnovabili che implicheranno un considerevole abbattimento dei costi relativi al consumo energetico. Pannelli solari e fotovoltaici, turbine eoliche sono parte del disegno finalizzato alla realizzazione di una intera città ecosostenibile.
Tra le opere realizzate il complesso residenziale “Chips” a Manchester. La composizione dei tre volumi (100 metri di lunghezza e 14 metri di ampiezza) disposti leggermente sfalsati l’uno sull’altro dà forma ad un unico massiccio complesso di nove livelli all’interno del quale trovano spazio 142 unità adibite ad abitazione e studio.
Tre i colori scelti dall’architetto Alsop per ciascun “Chip”: il rosso per il volume più basso, il viola per quello centrale ed il giallo per quello più alto. Il colore scuro del volume centrale è compensato dal ritmo geometrico delle finestre e dalla combinazione di tinte differenti che colorano le rientranze dei balconi. Gli spazi interni di ciascun appartamento si articolano attorno ad un nucleo centrale prefabbricato che accoglie cucina e servizi sanitari. Dove possibile, ampie pareti mobili sostituiscono le divisioni in muratura al fine di consentire la massima apertura degli spazi.
Il rifiuto del concetto di omogeneità che contraddistingue le architetture di Will Alsop risulta evidente anche nel progetto del complesso Chips, dove l’ampiezza delle finestre e la geometria irregolare dell’architettura esterna che genera all’interno disposizioni sempre diverse degli spazi contribuiscono a vincere il temuto effetto di uniformità.
Grande attenzione è stata inoltre riservata al tema della sostenibilità. Grazie all’utilizzo di tecnologia CHP – che permette di produrre energia elettrica combinata a quella termica tramite un unico sistema integrato, alimentato da un’unica fonte di energia primaria (combustibile) – e alla realizzazione di un involucro edilizio ad alto rendimento energetico, il progetto ha ottenuto la classificazione “Excellent” del metodo di valutazione “EcoHomes” disposto dal sistema britannico di certificazione energetica BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method).
Tra le altre opere realizzate da Alsop si possono ricordare l’edificio per l’arte The Public a West Bromwich (Regno Unito), i Magazzini Generali di Amburgo la Peckham Library di Londra.
Il programma della Lectio
Saluti introduttivi
Nives Maria Tei Coaccioli, Presidente dell'Accademia del Pavone
Gianni Bidini, Preside della Facoltà di Ingegneria
Vittorio Gusella, Preside del Consiglio d'Intercorso di Laurea in Ingegneria Civile
Paolo Ansideri, Presidente OICOS Riflessioni
Stefano Boeri, Ideatore e curatore di Festarch, direttore del mensile Abitare
Michela Vecchiato, Direttore divisione arredamento RCS periodici
Considerazioni conclusive
Francesca Fatta, Preside della Facoltà di Architettura dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria
Traduzione di Alessandra Orlandoni
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