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L'architettura di Herry Seidler in mostra a Venezia
S'inaugura oggi presso lo SMAC 'Migrating Modernism. The architecture of Harry Seidler', la retrospettiva su uno degli architetti più influenti del Modernismo
Autore: giulia capozza
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Architect Harry Seidler, Sydney, Australia 1973. Photo Max Dupain © Penelope Seidler Architect Harry Seidler, Sydney, Australia 1973. Photo Max Dupain © Penelope Seidler
09/05/2025 - A Venezia, si inaugura oggi la mostra su Harry Seidler (Vienna 1923 - Sydney 2006), uno degli architetti più influenti del Movimento Moderno. SMAC San Marco Art Centre e il Chau Chak Wing Museum (CCWM) dell'Università di Sydney presentano Migrating Modernism. The architecture of Harry Seidler, un’ampia retrospettiva sulla vita e l'opera dell'architetto australiano di origine austriaca che ha progettato numerosi edifici pionieristici in Australia, Messico, Parigi, Hong Kong e, alla fine della sua carriera, nella città natale Vienna. 

Inaugurata nell'ambito dell'apertura al pubblico dello SMAC, il nuovo centro artistico situato presso le Procuratie di Piazza San Marco, la mostra è curata da Ann Stephen del CCWM e Paolo Stracchi della Scuola di Architettura, Design e Pianificazione dell'Università di Sidney, con la consulenza di Nikolaus Hirsch, e sarà visitabile fino al 13 luglio 2025.

L'esposizione approfondisce sia i singoli progetti che le collaborazioni di Seidler con architetti e artisti. Tra questi Josef Albers, Alexander Calder, Helen Frankenthaler, Frank Stella, Lin Utzon e Sol LeWitt e il famoso ingegnere strutturale italiano Pier Luigi Nervi.

Il percorso espositivo presenta materiali come lettere, disegni e modelli insieme a documenti personali e opere d'arte di coloro che lo hanno influenzato o con cui l’architetto ha collaborato.

“Vivendo a Sydney - afferma Ann Stephen - possiamo apprezzare come la visione moderna di Harry Seidler abbia introdotto una cultura decisamente cosmopolita nelle città australiane, non solo attraverso i suoi edifici, ma anche attraverso l'arte che ha portato negli spazi pubblici”.

“Al di là del suo raffinato linguaggio formale - spiega Paolo Stracchi - l'architettura di Seidler è un riflesso delle più ampie condizioni culturali, storiche e architettoniche del suo tempo”.
 

L'architetto migrante pioniere del Movimento Moderno

Fuggito dalla Vienna nazista all'età di 15 anni, Harry Seidler si rifugiò in Inghilterra prima di essere internato come straniero nemico e successivamente deportato in altri campi di internamento in Canada, dove poi, una volta liberato, conseguì la laurea in architettura e prese il titolo di architetto.

Successivamente Seidler si trasferì negli Stati Uniti, studiando e lavorando con una notevole serie di maestri come Walter Gropius, Josef Albers e Marcel Breuer, e collaborando con Oscar Niemeyer in Brasile, prima di trasferirsi a Sydney all'età di 24 anni.

Un decennio dopo avvenne l’incontro con Penelope che ne diventò la moglie, compagna di vita e partner professionale. Uniti da una profonda passione per l'architettura e l'arte, si crearono una vita arricchita da collaborazioni con artisti come Alexander Calder, Josef Albers, Helen Frankenthaler, Frank Stella, Lin Utzon e Sol LeWitt.

Seidler collaborò anche con il famoso ingegnere strutturale italiano Pier Luigi Nervi. Dopo aver studiato nelle Americhe, Seidler arrivò a Sydney nel 1948 per progettare una casa per suoi genitori, la Rose Seidler House e l’anno dopo, nel 1949, fondò il suo studio.

In Australia si è affermato come una delle figure più importanti del movimento moderno, con il suo lavoro che spazia da case singole radicali a torri monumentali, da edifici pubblici a programmi di edilizia residenziale sociale. La competenza tecnica di Seidler, formatosi in parte in una scuola di ingegneria, in particolare in materia di cemento armato, era rara tra i designer della sua generazione e lo distingueva dai suoi colleghi.

Il suo approccio ha fornito le basi per le forme fluide prodotte con Pier Luigi Nervi che hanno caratterizzato il suo lavoro a partire dai primi anni Sessanta. La combinazione di competenza ingegneristica ed estro scultoreo lo rese uno dei pochi progettisti della sua epoca in grado di realizzare il sogno modernista di integrare arte e tecnologia.

La vita e l'opera di Seidler tracciano l'arco temporale del modernismo come un viaggio personale e una narrazione globale, invitando a riflettere sull'architettura come espressione stratificata della società e mezzo attraverso cui le idee migrano attraverso i continenti e il tempo.

Come ha notato Jørn Utzon, l’architetto della Sydney Opera House: “Harry è il miglior esempio di come un nuovo arrivato, un migrante, affronti il problema di far costruire qualcosa. Ha insegnato ad altri a farlo, me compreso. Era un architetto meravigliosamente talentuoso... ha mostrato un nuovo modo di vivere in tempi moderni”.

Migrating Modernism. The architecture of Harry Seidler coincide anche con l'apertura della 19a Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia. Nell'ambito del suo programma inaugurale, SMAC presenterà anche For All That Breathes On Earth: Jung Youngsun and Collaborators. Le Procuratie ospitano al terzo piano The Home of The Human Safety Net, con la mostra interattiva A World of Potential, un viaggio immersivo in cui i visitatori sono guidati a scoprire i propri punti di forza e possono collegarsi ai programmi della Fondazione.

  Scheda evento:
Mostra:
09/05-13/07 SMAC, SAN MARCO ART CENTRE, PROCURATIE, VENEZIA
Migrating Modernism. The architecture of Harry Seidler



Julian Rose House, Wahroonga, Sydney, Australia 1954. Architect Harry Seidler. Photo Max Dupain, © Penelope Seidler


Rose Seidler House, Wahroonga, Sydney, Australia, 1950. Mural and architect Harry Seidler. Mural © Penelope Seidler


Australia Square, Sydney, Australia. Architect Harry Seidler. Photo Max Dupain, 1968 © Penelope Seidler


Harry & Penelope Seidler House, Killara, Sydney, Australia, Photo Max Dupain, 1968 © Penelope Seidler


Theo van Doesburg, Space-time construction #3, 1923, drawing in graphite and black ink. 44 x 31 cm. National Gallery of Australia, Canberra

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Theo van Doesburg, Space-time construction #3, 1923, drawing in graphite and black ink. 44 x 31 cm. National Gallery of Australia, Canberra
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